[ACCADDE OGGI]

Su dodici, includendo De Nicola, Presidenti della Repubblica fino ad oggi, la Campania si contende il primato della loro provenienza con il Piemonte contando ciascuna ben tre presidenti. La Toscana è a pari passo con la Sardegna con due presidenti entrambi democristiani e ugualmente con vita non facile sull’alto scanno della poltrona quirinalizia tanto da essere costretti alle dimissioni prima della fine del loro mandato, cosa in verità, accaduta anche al napoletano Giovanni Leone che detiene il guinness per l’elezione più travagliata della storia repubblicana. Ma uno solo di questi fu fisicamente impedito nell’esercizio della carica dopo appena due anni dalla sua elezione avvenuta il 6 maggio 1962. È il democristiano di Sassari Antonio Segni già Rettore della Università del capoluogo logudorese. Rimase solo Antonio Segni quando arrivarono ad affibbiargli la paternità del cosiddetto “piano solo” che nelle intenzioni del comandante generale dei Carabinieri De Lorenzo, un ex partigiano di fede monarchica, doveva comportare il fermo e l’arresto di molti esponenti dei sindacati e dei partiti di sinistra. Una brutta storia tutta combattuta all’interno della DC tra la sinistra capeggiata da Aldo Moro con il sostegno di tutti quei partiti che poi daranno vita al centrosinistra e la minoritaria aerea di destra con alfieri Fanfani e Merzagora.

Il 7 agosto 1964 durante un burrascoso colloquio nel suo studio al Quirinale con Giuseppe Saragat e Aldo Moro il Presidente Segni fu colpito da trombosi cerebrale che lo portò all’impedimento temporale nell’esercizio della carica. Si dimise il 6 dicembre 1964 senza che mai fosse stato accertato il definitivo impedimento ad esercitare la carica di Presidente della Repubblica. Gli subentrò il socialdemocratico Saragat che unitamente a Moro mai volle rendere pubblico il tema della burrascosa conversazione che provocò l’ictus di Antonio Segni.

(Franco Seccia/com.unica, 6 maggio 2019)