Hanna Haddad Gruner ha studiato psicologia prima in Israele e poi negli Stati Uniti. Specializzata in terapia familiare e di coppia (ambito nel quale ha operato anche in Italia), si è in seguito specializzata in psicologia educativa e dell’infanzia e in psicoterapia a breve termine, cognitiva-comportamentale, e altre tecniche per curare la depressione e situazioni di post-trauma sia in bambini e adolescenti che in adulti. Durante i gli anni di lavoro in Israele si è anche specializzata nelle problematiche dei nuovi immigranti nel Paese grazie alla sua conoscenza delle lingue (e culture) non solo Italiana, ma anche americana, francese e spagnola/sudamericana. A rilanciare il quadro delle attività e dell’esperienza della professionista è il Comites di Tel Aviv.

La dottoressa, infatti, svolge un ruolo di primo piano nelle dinamiche relative alla nuova migrazione, con particolare riferimento a quella di italiani. Infatti, negli ultimi due anni ha offerto le sue disponibilità e un ora settimanale del suo tempo per dare un sostegno telefonico ad italiani emigranti in Israele. Durante questo periodo ha fornito risposte di sostegno attraverso l’ascolto in una o due conversazioni telefoniche e si è prestata a vari incontri nel suo studio di psicoterapeuta.

I casi che si sono presentati sono di vari tipi, elencati secondo categorie di età. La gran parte dei casi che si sono presentati presentavano tematiche legate alla difficoltà in generale di far fronte ai grandi cambiamenti e alle incognite presentate dall’inserimento in un paese totalmente diverso da quello di origine a tutti i livelli. Le difficoltà più comuni erano legate a tematiche di inserimento sociale e creazione di legami saldi e profondi come quelli esperiti nel paese di crescita ed origine, difficoltà linguistiche, difficoltà di comprensione e integrazione nel tessuto socio culturale israeliano e difficoltà nel campo familiare (spesso in conseguenza del vissuto a volte traumatico dell’immigrazione). Persone anziane, spesso con rapporti familiari complessi che non offrono abbastanza sostegno, che si confrontano con difficoltà nel campo linguistico, dell’integrazione sociale e di mancanza di un tessuto comunitario a cui appoggiarsi insieme ad una struttura di attività dove trovare occupazioni nella lingua madre italiana.

Il counseling si è svolto intorno a tematiche di empatia e rafforzamento dell’immagine di se’ dell’anziano e delle capacità, conoscenza e saggezza che hanno accumulato nel tempo. Questo era arricchito da strumenti cognitivi e psicologici per affrontare meglio le difficoltà insieme a proposte di costruzione di nuovi legami sociali attraverso la partecipazione ad attività culturali in italiano. Ci sono poi Famiglie con figli in età scolare ed adolescenti. Le famiglie si confrontano con difficoltà a vari livelli gerarchici: prima di tutto le figure genitoriali attraversano una crisi legata a difficoltà di adattamento a livello socio culturale e professionale. Questo crea (spesso) un indebolimento del rapporto di coppia e di conseguenza una frattura nelle risorse del sistema famigliare. I figli devono confrontarsi con l’inserimento in strutture scolastiche molto diverse da quelle di origine, sia a livello organizzativo, che di aspettative comportamentali, che linguistico che culturale. Insieme al confronto con le proprie difficoltà, i genitori si ritrovano privi di strumenti per comprendere ed aiutare i figli che si confrontano con difficoltà scolastiche. Ciò crea un indebolimento ulteriore della figura genitoriale agli occhi dei figli ed approfondisce la crisi nella famiglia.

Queste problematiche sono state affrontate all’interno di incontri familiari che permettono un impatto più veloce ed efficace sulle dinamiche e la comunicazione familiare. Il counseling si è concentrato in particolare sui metodi di funzionamento della struttura scolastica israeliana, dando empatia e strumenti di supporto a tutti i membri della famiglia. La figura genitoriale e la struttura gerarchica familiare sono state rafforzate. Allo stesso tempo è stata offerta ai genitori la possibità di arricchire modalità di comunicazione in direzioni più adatte alle esigenze ed al funzionamento della società israeliana.

Altra categoria quella dei giovani italiani nella fascia di età universitaria e postuniversitaria (19-30), che si confrontano con difficoltà di adattamento a livello psicologico e di inserimento a livello sociale e lavorativo. Questi giovani sono stati sostenuti dal counseling con strumenti a breve termine come il coaching e il CBT (cognitive behavioural therapy) e la psicologia positiva. Inoltre sono stati spinti e sostenuti per partecipare ad eventi della comunità italiana in modo da trovare punti di riferimento a livello sociale.

La conclusione di questo periodo di volontariato è che esiste una esigenza di supporto psicologico per questa popolazione. È importante che la risposta a questi bisogni sia data sia a livello individuale che nell’ambito di un gruppo di sostegno, all’interno del quale le persone troveranno un senso di comunità e condivisione delle difficoltà, avranno modo di imparare anche da altri partecipanti e sopratutto di creare nuovi rapporti sociali che a loro volta saranno fonte di supporto reciproco. 

fonte Comites Tel Aviv