Il presidente francese, Emmanuel Macron, afferma di avere le prove che sono state utilizzate armi chimiche in Siria a Douma, nella Ghouta orientale, da parte dell’esercito siriano. Anche Maja Kocijancic, portavoce della Commissione europea, sostiene la stessa posizione (Ansa).  Nella nota pubblicata domenica dal portavoce dell’Eeas si precisava che “i rapporti da Duma, sotto l’assedio e il bombardamento da parte delle forze del regime e dei suoi alleati, indicano che un alto numero di civili sono stati uccisi la notte scorsa, comprese le famiglie che sono morte nei rifugi in cui si nascondevano. Le prove indicano un altro attacco chimico da parte del regime”. 

Il segretario alla Difesa Usa, Jim Mattis, ha detto che le verifiche sull’utilizzo delle armi chimiche sono in corso e che c’è il timore di colpire innocenti in caso di intervento militare, ma soprattutto che un intervento americano porti a una “escalation senza controllo” (Guardian). Anche lo stesso Donald Trump frena: “Non ho mai detto quando si verificherà un attacco alla Siria. Potrebbe accadere molto presto o al contrario non così presto” ha scritto in un tweet (Nyt).

Secondo il Daily Telegraph la premier britannica, Theresa May, ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d’azione missilistico per un’eventuale azione contro il regime siriano. Dalla riunione dei ministri è emersa la volontà di intervenire a fianco degli Usa, ma ancora non sono state definite le modalità.

Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha sentito la cancelliera tedesca Angela Merkel sulla questione siriana: l’Italia non parteciperà ad interventi militari ma fornirà supporto logistico (Agi). Secondo La Stampa il presidente russo, Vladimir Putin, sta puntando sull’Italia per indebolire il fronte anti Assad. Anche Angela Merkel esclude una partecipazione tedesca: lo ha detto in conferenza stampa con il premier danese. “La Germania non prenderà parte ad eventuali azioni militari in Siria. Nel caso in cui ve ne siano, perché ancora non è stato deciso”, ha aggiunto Merkel, precisando comunque di sostenere e appoggiare qualsiasi azione “per dare il segnale che questi attacchi chimici non sono accettabili”.

Il segretario generale Antonio Guterres ha chiamato gli ambasciatori dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Usa, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) ribadendo la sua profonda preoccupazione per i rischi dell’attuale impasse in Siria. Secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg l’uso di armi chimiche sono “una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali e i responsabili ne pagheranno le conseguenze. L’ultimo attacco è stato orrendo, con decine di persone uccise, compresi molti bambini”. “Sono in corso consultazioni tra gli alleati della Nato su come rispondere all’attacco” in Siriaha aggiunto poi Stoltenberg.

(com.unica, 13 aprile 2018)