Il Presidente della Repubblica in occasione della presentazione al Quirinale dei candidati ai Premi “David di Donatello” 2018.

La cerimonia, condotta da Francesco Pannofino, è stata aperta dagli interventi di Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi “David di Donatello”, di Stefania Sandrelli, che ha portato il saluto a nome del Cinema italiano, e di Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. “Il cinema esprime e produce cultura”, ha sottolineato il Presidente. “Ne rappresenta una grande leva, diffusa nel tessuto sociale, che ci aiuta a comprendere il nostro tempo, e che ci fa, talvolta, scoprire realtà dimenticate”. 

Citata la nuova legge sul cinema e l’impatto che le nuove tecnologie hanno avuto sul settore, Mattarella ha auspicato che “l’industria cinematografica possa crescere nei diversi comparti professionali, che nuove leve entrino in campo, e che anche le produzioni indipendenti, le start up e le imprese più piccole possano trovare modo di realizzare i loro lavori e di presentarle al pubblico”.

“Abbiamo una storia molto ricca, di cui siamo orgogliosi e che ci offre, con forza, ancora energia e ispirazione”, ha sottolineato il Presidente. “Settant’anni fa, nell’anno in cui entrava in vigore la nostra Costituzione, arrivava nelle sale “Ladri di biciclette”, capolavoro di Vittorio De Sica, poi insignito del premio Oscar. Sessant’anni fa, nel 1958, l’Oscar venne attribuito a Federico Fellini per “Le notti di Cabiria”. Quarant’anni or sono, Ermanno Olmi vinceva la Palma d’Oro di Cannes per “L’albero degli zoccoli”. L’opera di Giuseppe Tornatore, “Nuovo cinema paradiso” è del 1988, e sono trascorsi trent’anni. Poco meno di dieci anni dopo, “La vita è bella” di Roberto Benigni ha conquistato di nuovo un Oscar. È una storia che può, e deve continuare come dimostra, anche quest’anno, il film di Luca Guadagnino, “Chiamami col tuo nome”, entrato tra i finalisti a Hollywood e premiato per la miglior sceneggiatura non originale”. “La cultura italiana trova diffusione attraverso i numerosi linguaggi che la esprimono e la arricchiscono”, ha aggiunto. “Il melodramma è un veicolo di diffusione straordinario. Mozart utilizzò la lingua italiana per sue opere. Per definizione l’italiano è la lingua della musica. La cultura italiana si esprime, ancora, attraverso le opere d’arte che dal Rinascimento hanno parlato all’Europa. L’Italia è anche la sua letteratura, i suoi paesaggi; ed è il suo cinema: le nostre storie, i nostri autori, le professionalità così intense che lo caratterizzano, sono altrettanti elementi del nostro ruolo nella sempre più comune civiltà dei popoli”.

“Il cinema – ha rimarcato il Presidente – è anche una vetrina e un volano dell’immagine e della qualità italiana. Sono ragioni ulteriori per considerarlo un bene comune, anzi un tesoro da valorizzare, un bene da promuovere perché attraverso di esso tutto il sistema-Paese può trarne beneficio. Investire sul cinema italiano vuol dire fornire risorse certe e procedure trasparenti. Vuol dire migliorare le sale, attrezzarne di nuove, talvolta impedire che chiudano sale storiche. Investire sul cinema vuol dire anche consentire ad esso i canali e gli strumenti per raggiungere il pubblico. Non posso che auspicare, ancora una volta, insieme a voi, che nella programmazione televisiva venga garantito il giusto spazio alle produzioni e alle co-produzioni italiane. Sono state poste le premesse per dare maggior forza ai nostri prodotti e ora occorre dare attuazione alle nuove norme, e utilizzarle”.

“Le presenze in sala, nel 2017, hanno registrato una flessione. Confido che questo risultato rappresenti una sfida: affidata anzitutto alla vostra libertà, alle vostre capacità creative, alle capacità organizzative delle produzioni”, ha osservato Mattarella. “Abbiamo visto quanto sia importante anche il ruolo di supporto e di sostegno che la parte pubblica può fornire a un’industria di valore strategico per il Paese. Lo abbiamo visto, ad esempio, nel rilancio di Cinecittà, che è parte importante della storia e dell’infrastruttura del cinema italiano, e che può svolgere una funzione propulsiva nel nuovo scenario, anche favorendo co-produzioni e consentendo a produzioni estere di lavorare con profitto nel nostro Paese. Significativa è anche l’incidenza del vostro lavoro sul sentire comune, sul costume, sulla pubblica opinione. I vostri messaggi, come le emozioni che trasmettono i vostri film, giungono alle persone e compongono, insieme a tanti altri elementi, quell’impasto che anima la nostra quotidianità. Questo aggiunge una responsabilità alla vostra libertà. Siete personalità autorevoli, riconoscibili, le vostre parole sono ascoltate”.

Non è mancato un riferimento alle pari opportunità: “attrici, registe, operatrici del mondo del cinema hanno, con forza, in questo periodo, denunciato mancanza di parità nei diritti, nelle opportunità, nelle condizioni di lavoro; una inaccettabile pretesa di considerarle in condizione di inferiorità. Pretesa che non di rado sfocia anche in pressioni indebite e in violenze, morali e fisiche. Desidero ringraziare per la lettera che ho ricevuto da donne del cinema. Questa distorta concezione nei confronti delle donne, presente in tanti ambiti della società, – ha detto Mattarella – è insopportabile per persone libere, che concepiscono la parità come premessa irrinunciabile di ogni comunità umana. Nessuno, in alcun ambiente, deve sottrarsi a questo dovere di civiltà ed è sorprendente che vi sia ancora bisogno di rammentarlo”. 

“Oggi – secondo la tradizione del calendario – è il primo giorno di primavera. Una bella data per i Premi David, che rappresentano da tempo la festa del cinema italiano. Tutti, certamente, condividiamo, anche oggi, il desiderio di ricordare Gian Luigi Rondi, che possiamo considerare il costruttore di questa giornata, ormai tradizione del cinema italiano. Auguro a tutti voi e a coloro che lavorano nel cinema una nuova primavera”, ha concluso. “Abbiamo le risorse intellettuali, le energie umane, le forze organizzative per affrontare la nuova stagione con fiducia. Buon lavoro a tutti”.