“Il Soft Power dell’Italia” è il nome del rapporto che sarà presentato giovedì pomeriggio a Roma dall’Associazione Civita, guidata da Giuliano da Empoli. Si tratta di uno studio inedito sul cosiddetto soft power, il potere di seduzione che uno Stato esercita sugli altri tramite la comunicazione, l’immagine e la cultura. Elementi che vedono il nostro Paese in una posizione di assoluto privilegio, anche in assenza di una coerente strategia per promuovere la cultura italiana nel mondo.

Edito da Marsilio Editori e realizzato con il contributo di BNL, il Rapporto intende tracciare le coordinate della nuova geopolitica del soft power fornendo linee guida ed indicazioni per una possibile strategia di quest’ultimo; una serie di raccomandazioni concrete, a costo zero, per i decision makers pubblici e privati, che faccia leva sui nostri punti di forza per mettere a punto un vero e proprio modello italiano di diplomazia culturale. Moderati da Nicola Maccanico, Vice Presidente Vicario dell’Associazione Civita, si confronteranno giovedì 23 novembre alle 16.00, presso l’Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano, Matteo Renzi, Segretario del Partito Democratico, Luigi Abete, CEO di IEN Italian Entertainment Network, Beatrice Trussardi, Presidente della Fondazione Nicola Trussardi e lo stesso Giuliano da Empoli, che è l’estensore del rapporto. 

“Disporre nel DNA nazionale di un notevole senso artistico e di rilevanti doti creative – ravvisabili nella moda e nel design – essere riconosciuti come paese di assoluta eccellenza per patrimonio culturale, senso della bellezza e dello stile di vita e, non da ultimo, incarnare un modello di riferimento mondiale per la qualità della propria tradizione enogastronomica, – sottolinea Civita – non può e non deve esentarci dall’investire per la valorizzazione e la promozione dei nostri capital assets, in particolare alla luce dello scenario globale. La grande maggioranza dei paesi che aspirano a giocare un ruolo sulla scena internazionale ha alzato il livello del confronto, ponendo gli elementi-chiave del proprio soft power al centro di mirate strategie”. L’impressione “è che i diversi tasselli che potrebbero comporre una strategia per il soft power dell’Italia nel mondo esistano già ma che siano dispersi in una miriade di strutture e di percorsi autoreferenziali, stratificati nel tempo e incapaci di interagire gli uni con gli altri. Ed è con questo Rapporto, nella consueta ottica propositiva con cui è solita operare da ormai quasi trent’anni e, in particolare, grazie all’attenta analisi condotta da Giuliano da Empoli, che Civita vuole lanciare sei proposte per il soft power italiano”.

Le sei proposte
Creazione di un’unica voce per la cultura italiana all’estero 
– come già avviene da tempo in altri paesi europei – in grado di concentrare le risorse a disposizione e massimizzare la presenza del nostro Paese sulla scena globale. 

Attivazione di un programma di “Young Leaders” sul modello di quelli già presenti in Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito adattandolo alle nostre esigenze strategiche. L’obiettivo è quello di tessere un rapporto privilegiato con personaggi destinati a svolgere un ruolo di primo piano nelle evoluzioni future dei propri paesi di origine.
Messa a punto di una strategia italiana di diplomazia digitale volta, da un lato, a produrre contenuti da diffondere sui siti e sui social media di tutte le ambasciate, fornendo assistenza alle singole rappresentanze per elaborare messaggi specifici per i contesti locali e, dall’altro, a formare un “diplomatico digitale” all’interno delle ambasciate in grado di interagire in maniera efficace con la comunità locale.
Attuazione di una nuova gestione del voto degli italiani all’estero affinché diventi strumento di vera integrazione politica e partecipazione alla vita pubblica della nazione anziché veicolo di corruzione e degrado.
Creazione di un luogo di scambio per la comunità dei ricercatori italiani all’estero ai fini di coordinare l’attività degli addetti scientifici distaccati dalle ambasciate italiane ma con un ruolo, al contempo, propulsivo nelle sedi e sui temi strategici.
Realizzazione di un canale televisivo in lingua inglese focalizzato sulla cultura e su le altre componenti alla base dell’identità italiana (dall’enogastronomia alle eccellenze della ricerca scientifica) rivolto al pubblico degli amanti del nostro Paese.
Giovedì, dunque, Civita vuole aprire un confronto pubblico/privato su questi temi, considerando per la prima volta in modo unitario l’insieme degli strumenti a disposizione dell’Italia per promuovere la sua cultura e la sua immagine sulla scena internazionale.