La convention del Partito democratico americano a Philadelphia che incoronerà ufficialmente Hillary Clinton come candidata per la Casa Bianca è iniziata in maniera tumultuosa. Bernie Sanders, fino a qualche settimana fa rivale dell’ex First Lady nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti è stato contestato dai suoi supporter per avere detto che Hillary deve vincere le elezioni di novembre, e che sarà “una grande presidente”. Intanto l’Fbi ha aperto un’indagine sulle email rubate e pubblicate da Wikileaks, in cui lo stesso Sanders risulta essere una delle parti lese. Ci sono forti sospetti che dietro ci sia una regia russa.

Secondo il Washington Post Sanders ha iniziato una rivoluzione che non è più in grado di fermare e infatti i supporter del senatore del Vermont non ascoltano i suoi appelli all’unità – poco coerente secondo loro con la linea politica proposta nei mesi precedenti – e rilanciano il trumpiano “lock her up!” Aggiungendo bordate di fischi ogni volta che Hillary veniva citata in un discorso. A Michelle Obama, ex rivale di Hillary, è toccato il compito non facile di fare appello all’unità del partito, unità che al momento si fonda principalmente sulla necessità di battere il candidato repubblicano Donald Trump. Michelle ha ricordato che vive in un edificio, la Casa Bianca, costruito dagli schiavi. Ora, ha aggiunto, ci vivono due giovani donne afroamericane, felici che lasceranno quelle stanze alla prima donna presidente degli Stati Uniti. A rasserenare un po’ gli animi ha contribuito in serata il discorso del candidato sconfitto: “So che siete dispiaciuti per l’esito delle primarie – ha detto Bernie Sanders. “Ma, credetemi, nessuno può essere più dispiaciuto di me». Sanders ha però spiegato che «queste elezioni sono una scelta su quale candidato capisce i veri problemi del paese e offre soluzioni reali. Qualunque osservatore oggettivo, sulla base delle sue idee e della sua leadership, non potrà che dire che Hillary Clinton deve diventare presidente degli Stati Uniti”.

(com.unica, 26 luglio 2016)