Nell’ambito di una serie di manifestazioni previste in occasione della presidenza di turno dell’Ungheria alla International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) dal 4 all’11 febbraio all’Accademia d’Ungheria in Roma (via Giulia, 1 – Sala Liszt) si terrà una mini–rassegna cinema sull’ebraismo ungherese, organizzata dall’Accademia d’Ungheria. 

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La rassegna prenderà inizio giovedì 4 febbraio, alle ore 19.00 con il documentario ‘Fallo sapere ai tuoi figli, Nella terra dei rabbini miracolosi’ (1985 – ’60, titolo originale: Csodarabbikföldjén), opera dei registi Imre Gyöngyössy, Katalin Petényi e Barna Kabay. Durante i lavori di ricerca del film “La rivolta di Giobbe”, gli autori Gyöngyössy, Kabay e Petényi hanno incontrato alcuni dei pochissimi sopravvissuti della Shoah nel Nordest dell’Ungheria. Una volta quasi mezzo milione di ebrei ungheresi, in gran parte semplici contadini e artigiani vivevano in pace ed armonia con gli altri contadini in piccoli villaggi seguendo fedelmente la ricca tradizione religiosa degli hasid. Quasi ogni centro religioso aveva il suo rabbino miracoloso e le loro tombe vengono ancora oggi venerate come luoghi dove possono accadere miracoli. 

La Shoah mise fine a questa ricca cultura pacifica e ridusse la comunità ebrea a sole venti famiglie … Il documentario rende omaggio alla profonda saggezza, all’amore per la vita di questa gente e al rispetto verso il mondo creato in deciso contrasto con la grande tristezza e l’enorme sofferenza sulla perdita dei propri familiari. Oltre a raccogliere le testimonianze dei pochi sopravvissuti, il film si confronta anche con il silenzio colpevole del dopoguerra e di un’altra dittatura che spesso ha impedito l’elaborazione dei traumi subiti.

Lo stesso giorno alle ore 20.30 la rassegna proseguirà con la proiezione del film di finzione ‘La rivolta di Giobbe’ (1983 – ‘105, titolo originale: Jóblázadása) diretto da Imre Gyöngyössy e Barna Kabay. Il film candidato all’Oscar racconta del periodo drammatico e doloroso della Seconda Guerra mondiale. L’ebreo Giobbe vive con la moglie Rosa in un piccolo villaggio magiaro. Hanno sepolto i loro sette figli prima che essi avessero raggiunto l’età adulta per cui sono rimasti senza discendenti. Nel 1943 adottano Lackó, bambino cristiano. Giobbe vuole prendersi cura del ragazzo come se fosse suo figlio per cui incomincia ad educarlo alle saggezze della vita e lo introduce nella ricchezza della religione ebraica. I coniugi sono felici perché credono di aver trovato nel bambino il loro erede. Un giorno però comincia la deportazione degli ebrei ungheresi … Il film oltre ad essere una grande lezione di moralità e d’umanità, è un’incantevole memoria della ricchezza culturale degli hasid ungheresi, scomparsi quasi completamente alla fine della Seconda Guerra mondiale.

La mini-rassegna si concluderà giovedì 11 febbraio 2016, alle ore 20. 30 con la proiezione del documentario ‘Ámos, pittore dell’Apocalisse’ (2015-’55, titolo originale ÁmosazApokalipszisfestje) opera di Katalin Petényi e Barna Kabay. Il destino drammatico di Imre Ámos, detto anche lo “Chagall ungherese”, è ancora oggi un tragico memento. 
Attraverso le opere e il diario del pittore ebreo e filmati d’archivio, il documentario mostra come la storia abbia trasformato questo artista profondamente credente, dal temperamento lirico, in un pittore profetico che leva la sua vibrante protesta contro il fascismo. Il film rievoca anche gli anni sereni durante i quali questo artista dalle profonde qualità umane dipingeva i suoi quadri sperando in un mondo migliore e si preparava a partire per l’esposizione universale di Parigi del 1937 e a incontrare Chagall. Dopo il ritorno dall’esposizione universale del 1937, la mite serenità delle opere del pittore borghese cresciuto secondo le tradizioni, la proiezione della “vita interiore” sono sostituite da visioni apocalittiche. La proiezione sarà preceduta dall’inaugurazione dell’omonima mostra, prevista per le ore 19.30 presso la Galleria dell’Accademia d’Ungheria in Roma. 
Tutti i film in programmazione verranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano. L’ingresso al festival è gratuito. Saranno presenti gli autori KatalinPetényi e Barna Kabay. 

(aise/com.unica, 2 febbraio 2016)