Il Centro d’arte contemporanea di Tel Aviv e la Fondazione Bauhaus di Tel Aviv, in collaborazione con l’IIC, presentano giovedì 23 una mostra personale dell’artista italiano-tedesca Irma Blank. La sua opera associa la scrittura e il disegno in maniera unica, posizionando la sua pratica in un luogo che appare dissociato da qualunque movimento storico-artistico. Sebbene il suo lavoro mantenga questa posizione, esso ha degli elementi in comune con la scrittura asemantica, l’Arte Concettuale e la poesia visuale. L’opera di Blank è una profonda riflessione sull’esistenza attraverso il paradosso di un testo senza parole e un linguaggio assolutamente personale.
La mostra è concepita seguendo un modello unico che vede la collaborazione di sette istituzioni internazionali, collaborazione cristallizzata in un catalogo ragionato.
La presentazione a Tel Aviv si snoda in 3 sedi: il Centro per l’Arte Contemporanea, la Bauhaus Foundation e vari spazi pubblici della città.
Se a prima vista il lavoro di Blank può essere scambiato per poesia visuale, un’analisi ravvicinata rivela un percorso solitario nel quale si incontrano l’arte e la vita, la scrittura e il respiro, il fare e il fermarsi.
La presentazione a Tel Aviv, che si snoda in 3 sedi (CCA, Fondazione Bauhaus e spazi pubblici nella città) segue un formato che rivede le regole della cosiddetta “mostra itinerante”, dando spazio a riformulazioni relazionate al contesto e nello specifico sottolineando il potere effimero e spaziale della sua opera. Mentre al Centro verranno esposte un’installazione, opere su carta e un’opera sonora presentata anche come performance, alla Fondazione Bauhaus una selezione di opere su carta e libri d’artista verranno associati ai prototipi di disegno industriale di maestri del Bauhaus che fanno parte della collezione permanente della Fondazione.
Per finire, in vari punti della città verrà riproposta un’azione presentata negli anni settanta. La mostra, a cura di Johana Carrier e Joana P.R. Neves, sarà corredata da un catalogo specifico in tre lingue.
Irma Blank è nata a Celle in Germania nel 1934 e nel 1955 si trasferisce a Siracusa. Questo cambiamento è alla base di tutta la sua pratica, che si fonda sul motto “non esiste la parola giusta”.
Nel 1968 comincia la sua prima serie “Eigenschriften” e nel 1973 si trasferisce a Milano dove comincia a lavorare come professoressa di arte presso la scuola media. Questo trasferimento dà vita alla serie “Trascrizioni”, che coincide anche con le partecipazioni in mostre personali e collettive in Italia e Germania. Durante gli anni Settanta farà parte dei vari gruppi di poesia d’avanguardia, specialmente quello legato al Mercato del Sale, spazio fondato da Ugo Carrega. Dopo aver partecipato a Documenta 6 nel 1977, espone a livello internazionale e al tempo stesso “espande” la sua pratica con azioni nello spazio pubblico, letture e opere sonore.
Nel 1983 decide di trascorrere parte dell’anno a Düsseldorf e durante questo periodo riscopre il colore blu, protagonista della serie “Radical Writings”; al tempo stesso partecipa e diverse mostre focalizzate sui libri d’artista. Negli anni Novanta lascia il pied-à-terre in Germania e si concentra sulla produzione delle serie “Hyper-Tex” e “Avant-Testo” e create in pieno ascetismo. Negli anni Duemila crea “Global Writings”, la sua serie più versatile e basata sulla parola, che include l’utilizzo di tecniche quali la stampa e la serigrafia. Nel 2017, a seguito della perdita dell’uso della mano destra, imparerà a creare con la mano sinistra, dando vita alla sua ultima serie “Gehen, Second Life”.
La Mostra – realizzata da CCA – Center for Contemporary Art Tel Aviv in collaborazione con Bauhaus Foundation Tel Aviv e IIC di Tel Aviv – rimarrà aperta fino al 10 ottobre. 

com.unica, 22 luglio 2020