“Storico!” ha commentato in maniera entusiastica su X il commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, subito dopo l’accordo raggiunto tra il Consiglio europeo e l’Europarlamento sull‘AI Act, la normativa europea sull’intelligenza artificiale, la prima legge al mondo che affronta in maniera globale lo sviluppo del settore.

“La legge europea sull’intelligenza artificiale è una novità mondiale – gli ha fatto eco, sempre su X, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Un quadro giuridico unico – ha scritto – per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale di cui ci si può fidare. E per la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone e delle imprese. Un impegno che abbiamo assunto nei nostri orientamenti politici e che abbiamo mantenuto”.

L’accordo è stato raggiunto al termine di un negoziato lungo e complesso durato 3 giorni, al termine del quale è stato prodotto un testo finale che sarà approvato entro la fine dell’attuale legislatura europea (giugno 2024). Le disposizioni incluse nell’AI Act entreranno in vigore in tempi diversi: alcune all’inizio della nuova legislatura, altre dopo sei mesi, altre ancora dopo un anno e le ultime dopo due anni. Sono tempi necessari alla Commissione per poter stabilire i dettagli tecnici necessari all’implementazione e alle aziende per adattarsi.

La nuova normativa include il ricorso all’identificazione biometrica dei singoli da parte delle forze dell’ordine limitato alle indagini su delitti particolarmente gravi come lo stupro e il terrorismo; vi è l’obbligo per chiunque crei false immagini e falsi video (i cosiddetti deepfake) di indicare chiaramente che sono frutto di manipolazioni artificiali; si fa inoltre riferimento a multe che possono arrivare fino al 7 per cento delle entrate globali per le aziende, nei confronti di chi viola i nuovi regolamenti europei.

Questa nuova regolamentazione ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento a livello mondiale in quanto stanno emergendo in maniera tumultuosa e pervasiva, servizi di intelligenza artificiale generativa in grado di sviluppare, in base alle richieste degli utenti, testi in linguaggio naturale, ma anche immagini, video, canzoni. Situazioni che non esistevano all’inizio delle discussioni sulla normativa, a riprova della velocità dei cambiamenti tecnologici. Si tratta di minacce che “mettono a rischio le nostre libertà individuali – ha osservato su ‘Repubblica’ il direttore Maurizio Molinari – e l’ intelligenza artificiale offre a tali criminali digitali una straordinaria opportunità di moltiplicare bugie, inganni, aggressività e violenza”. Da qui la necessità di leggi di nuova generazione, pensate ed applicate per proteggere i diritti individuali sul web, al fine di consentire di accelerare lo sviluppo del l’innovazione proteggendolo dai barbari del nostro tempo.

Sulle IA generative il compromesso raggiunto prevede un approccio a due velocità. Verranno imposte a tutti regole per garantire la qualità dei dati utilizzati per alimentare gli algoritmi e il giusto rispetto del diritto d’autore. I divieti sono pochi: ci sono semmai vincoli rafforzati che si applicheranno ai sistemi considerati “ad alto rischio”, principalmente quelli utilizzati in aree sensibili come le infrastrutture critiche, l’istruzione, le risorse umane e le forze dell’ordine.

com.unica, 1 dicembre 2023