Il virologo Silvestri (Un. di Atlanta) mette in guardia dagli eccessi di isteria collettiva: “la letalità della variante Omicron è molto più bassa di quella delle varianti precedenti”

È stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri il nuovo decreto-legge per contrastare l’aumento dei contagi di Covid-19 nel nostro Paese. Queste le novità principali:

  • obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca;
  • obbligo di mascherina Ffp2 sui mezzi di trasporto e in luoghi al chiuso, come teatri e cinema;
  • obbligo di super green pass anche per consumare al bancone di bar e ristoranti e per musei, palestre e piscine;
  • fino al 31 gennaio discoteche chiuse e vietati eventi e feste all’aperto con rischio assembramenti;
  • dal 1° febbraio la durata del green pass passerà da 9 a 6 mesi; 
  • la terza dose di vaccino potrà essere fatta dopo quattro mesi dalla seconda.

Secondo l’Istituto superiore di sanità, il 28% dei casi in Italia è causato dalla variante omicron, con tempi di raddoppio di due giorni. In Lombardia la percentuale è già arrivata al 40%. Il quadro covid, con forti variazioni da regione a regione, è delineato dalla stima basata sulle analisi preliminari dei tamponi raccolti per l’indagine rapida del 20 dicembre, come comunica o stesso Istituto superiore di sanità (Iss) in una nota. L’analisi si è basata su circa 2mila tamponi raccolti in 18 regioni e province autonome, in cui sono stati considerati come possibili positivi a Omicron quei campioni in cui risultava mancante uno dei tre geni che normalmente viene ricercato nei test diagnostici molecolari (cosiddetto S gene dropout) o altri test di screening per escludere la presenza della variante Delta, al momento ancora dominante.

Le infezioni da variante omicron sembrano tuttavia ridurre il rischio di ospedalizzazione, secondo un primo studio del governo britannico, anche se i dati andrebbero presi con molta cautela, vista l’elevata contagiosità della variante. Parole improntate a un ragionato ottimismo arrivano al riguardo dal virologo italiano Guido Silvestri, professore alla Emory University di Atlanta, che mette in guardia anche dall’eccesso di isteria. Silvestri sottolinea in un post pubblicato ieri su facebook che la letalità calcolata di COVID-Omicron (in gergo tecnico: Infection Fatality Rate, cioè il rapporto tra numero dei decessi e numero dei casi osservati) sembra molto più bassa di quella delle varianti precedenti. Il dato dal Sudafrica su quasi 400.000 casi parla di 0.26% di letalità, paragonata al 2.5%-4.0% delle ondate precedenti. Questo nonostante la popolazione sia pienamente vaccinata solo al 26.3% (42% degli adulti). In accordo con questa osservazione, la pressione sulle terapie intensive del Sudafrica – un paese da 60 milioni di abitanti – rimane bassa, con un totale di 546 letti occupati (molto meno che in Italia). Lo studioso italiano cita anche una ricerca della LKS Faculty of Medicine alla Università di Hong Kong, diretto da Michael Chan Chi-wai e John Nicholls, secondo cui la variante Omicron è più efficace nell’infettare le cellule delle alte vie respiratorie e dei bronchi ma meno efficiente nell’infettare quelle del tessuto polmonare profondo. Questo studio potrebbe rappresentare la base meccanistica della minore severità clinica osservata in Sudafrica, in quanto la polmonite interstiziale con danno alveolare diffuso e conseguenti complicanze sistemiche è l’elemento centrale nella patogenesi del COVID severo.

com.unica, 24 dicembre 2021