L’esercito del generale Khalifa Haftar, capo delle forze che controllano buona parte della Libia orientale e meridionale e puntano a conquistare Tripoli, ha bombardato l’aeroporto di Mitiga, l’unico scalo ancora funzionante nella capitale libica. Per ora il governo del primo ministro Fayez al Serraj – riconosciuto dall’Onu e appoggiato dall’Italia – ha annunciato la chiusura dell’aeroporto (Bbc).

Dall’inizio dell’offensiva il bilancio è di almeno 32 morti e 50 feriti, mentre sono circa duemila gli sfollati per gli scontri armati in corso. Nella periferia di Tripoli gli scontri tra i sostenitori delle due fazioni vanno avanti da venerdì (Guardian).

L’attacco di Haftar dopo che la Russia ha bloccato una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che condannava l’avanzata del generale. Ma il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha intimato al generale di interrompere le operazioni militari. L’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini, ha rivolto un appello ai leader libici, in particolare ad Haftar, a fermare le attività militari e tornare al tavolo negoziale (Corriere).

L’attacco sferrato dal generale ha ricevuto probabilmente il via libera dai suoi sostenitori, ovvero l’Arabia saudita, gli Emirati arabi e l’Egitto, ma sembra avere colto di sorpresa il resto della comunità internazionale e in particolare gli europei, che in passato si erano divisi tra un’Italia favorevole al governo legittimo di Sarraj e una Francia pronta a riconoscere l’importanza conquistata sul campo, di fatto, dal generale Haftar, che controlla l’Est e da gennaio anche i campi petroliferi del Sud della Libia, e che si è sempre presentato come il nemico dei terroristi e dei fondamentalisti islamisti.

com.unica, 9 aprile 2019