Domani più di 5 milioni di persone andranno alle urne per eleggere i 120 membri della Knesset, il Parlamento israeliano. A sfidare il premier Benjamin Netanyahu, che se eletto sarebbe al suo quinto mandato, è Benny Gantz, ex capo di stato maggiore dell’esercito e leader del partito centrista “Blu e bianco” (Nytimes). Secondo i sondaggi di opinione però, il Likud riuscirebbe a ottenere la maggioranza (Bloomberg). Secondo gli analisti saranno determinanti i partiti più piccoli che riusciranno a superare la soglia del 3,25 per cento – equivalente a quattro seggi – per entrare in parlamento. Gli ultimi sondaggi indicano anche che tutti i partiti di destra passerebbero lo sbarramento elettorale e darebbero a Netanyahu una maggioranza tale da consentire un nuovo governo del premier.

Le coalizioni sono sottili come lame scrive l’inviata Fiamma Nirenstein sul Giornale, e le due forze predominanti, il Likud di Netanyahu, 69 anni, e Blu e bianco di Gantz (59 anni) dopo una prima tendenza al sorpasso del generale affiancato da altri due capi di Stato maggiore e da Yair Lapid, un giornalista molto brillante, hanno piroettato in su e in giù, finché Bibi è tornato ad avere più di 30 e Gantz meno di 30 seggi. Netanyahu però ha un vantaggio notevole per formare un governo (67 a 53 secondo Haaretz).

Perché Netanyahu potrebbe vincere le elezioni e perché potrebbe perderle (Haaretz). Il quotidiano israeliano sottolinea come tutto sembra pronto per la sua vittoria, a meno che gli israeliani non decidano all’ultimo minuto che ne hanno abbastanza del loro primo ministro. Il Paese non ha mai goduto di maggiore considerazione internazionale, dall’India ai Paesi arabi che lanciano segnali di pace, gli Usa hanno spostato l’ambasciata a Gerusalemme, il patto con l’Iran è cancellato (Il Giornale). L’economia fiorisce, la scienza, la medicina e soprattutto la sicurezza creano uno sfondo per cui Gantz forse spera la cosa che più nega: la possibilità che le due grandi forze, mentre tutti gli altri partiti vengono messi da parte, si uniscano in un governo di coalizione. I toni delle due parti non lo promettono, ma anche Ytzchak Shamir e Shimon Peres formarono un governo di coalizione. 

L’estensione della sovranità di Israele sui territori della Cisgiordania, proposta da Netanyahu in caso di rielezione, potrebbe ottenere il sostegno di Donald Trump (Reuters). In questo voto in cui si gioca il futuro della Cisgiordania, scrive il Nyt. 

com.unica, 8 aprile 2019