Al termine di una riunione-fiume del governo durata sette ore, la premier britannica Theresa May ha parlato alla nazione richiamando all’urgenza di trovare un compromesso sulla Brexit di fronte al pericolo imminente un no deal, l’uscita dall’Ue senza un accordo. La premier chiederà a Bruxelles una nuova estensione dell’articolo 50, cioè un rinvio della Brexit, oltre la data del 12 aprile, e apre al leader dell’opposizione Jeremy Corbyn per “rompere lo stallo in Parlamento” e trovare insieme un piano (Repubblica).

Senza più la fiducia di buona parte del suo stesso partito, la scommessa della May per uscire dall’impasse “per l’interesse della nazione” è di trovare una maggioranza differente in Parlamento su un piano alternativo da costruire insieme al Labour: verosimilmente, un accordo per una Brexit più “soft” (Bloomberg).

La palla è ora dal lato di Corbyn, che ieri sera ha lasciato trapelare di essere “ben contento” di incontrare nelle prossime ore la May. Su tutte le furie invece l’ala più dura dei Tories, con Boris Johnson che ha accusato il governo di “dare la gestione finale della Brexit al Labour” (Bbc). E non si escludono nuove dimissioni di membri dell’esecutivo.

L’Ue attende i nuovi sviluppi politici a Londra per scongiurare i rischi di un no deal, ma il presidente francese Macron fa la voce grossa e incontrando il premier irlandese Leo Varadkar avverte che la concessione di un ulteriore rinvio non va data per scontata (Guardian).

com.unica, 3 aprile 2019