Ma per Di Maio l’Italia si troverebbe alle soglie di un nuovo boom economico

La produzione industriale a novembre in Italia è diminuita dell’1,6% rispetto ad ottobre e del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2017. Il Sole 24 Ore scrive che secondo molti analisti il dato negativo anticipa quello sul Pil dell’ultimo trimestre del 2018: se sarà confermato il segno meno anche per quel periodo, dopo quello registrato nel terzo trimestre dello scorso anno, si potrà parlare di recessione tecnica e andrebbero riviste le previsioni di crescita per l’anno in corso e quelle su debito e deficit. La crisi che si va delineando non può essere attribuita a scelte di governo, ma quest’ultimo non può ora non tenerne conto perché tutti i parametri della finanza pubblica sono destinati a saltare, scrive nell’editoriale il direttore del Sole Fabio Tamburini. 

Nella stessa giornata, il vicepremier Di Maio ha detto che “grazie allo sfruttamento delle nuove tecnologie” potrebbero verificarsi le condizioni per “un nuovo boom economico” in Italia (Il Post).

Anche nel resto d’Europa la produzione industriale ha registrato un netto calo: in Germania è stato dell’1,9% su base mensile, in Francia dell’1,3% e in Spagna dell’1,5%. Il dato britannico è leggermente migliore, ma comunque negativo (-0,4%) (Corriere). 

Il mondo dell’auto è quello che ha registrato il crollo maggiore. Giovedì Ford ha annunciato tagli di posti di lavoro che potrebbero includere la chiusura di impianti, Jaguar Land Rover – principale produttore britannico – prevede 4.500 licenziamenti, quasi il 10% della forza lavoro totale, mentre le consegne di Volkswagen in Germania nel mese di dicembre sono calate del 7,6%, lasciando presagire un 2019 poco roseo (Bloomberg). Pesano, secondo Il Sole 24 Ore, lo slittamento verso la produzione di auto elettriche e ibride e l’assenza di politiche adeguate da parte dell’Europa per difendere il diesel. 

Ne mondo ci sono però le eccezioni. L’ad di General Motors ha detto che gli utili del 2018 supereranno le aspettative di Wall Street e ha promesso agli azionisti maggiori guadagni per il 2019. A sostenere il buon risultato le forti vendite in Cina e l’elevata domanda di camion e veicoli commerciali negli Stati Uniti (Reuters).