Il 18 settembre 1938, durante la sua visita alla città di Trieste, Benito Mussolini legge per la prima volta, dal balcone del Municipio, il testo delle leggi razziali che sarebbero state applicate in Italia. Le leggi sono una serie di provvedimenti legislativi e amministrativi che verranno applicate da quell’anno fino al 1944. Norme discriminatorie rivolte soprattutto agli ebrei e a tutte le razze non ariane. Il testo letto dal dittatore viene approvato un mese dopo, il 6 ottobre, quando il Gran Consiglio del Fascismo sottoscrive la “Dichiarazione sulla razza”. Queste immagini possono essere viste per la prima volta: 34 minuti restaurati e digitalizzati dall’istituto Luce. 

Il video mostra il cacciatorpediniere «Camicia Nera» che attracca al «molo Audace» con «il Duce sulla plancia di comando» (Corriere). La voce narrante informa sobria che la città è «un solo palpito di attesa e di amore» e in piazza dell’Unità ci sono 150 mila persone, camicie nere e fez, fazzoletti e applausi, gente sui davanzali. Lo storico Marcello Pezzetti spiega che quello fu «il primo atto antisemita mediatico del regime», il segno che le cose precipitano. Il filmato sarà al centro di una mostra che dal 16 ottobre, in vista degli ottant’anni dalle leggi razziali, verrà allestita nella Casina dei Vallati, in largo 16 ottobre 1943, il luogo della razzia nazista del ghetto di Roma. Curata da Marcello Pezzetti e Sara Berger, della Fondazione Museo della Shoah, si intitola «1938» ed ha uno scopo molto semplice: «La gente non sa, i ragazzi non sanno che cosa sono state le leggi razziali. Con materiale quasi del tutto inedito — fotografie, immagini, documenti — facciamo vedere ciò che è accaduto». 

È lo stesso Mussolini che si affretta a smentire la tesi che lo vorrebbero condizionato da Hitler: «Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni o peggio a suggestioni sono dei poveri deficienti». Il documento programmatico dell’antisemitismo biologico, «Il fascismo e i problemi della razza», era uscito il 14 luglio 1938. In agosto il regime schedò la popolazione ebraica, un censimento prezioso per le deportazioni naziste. All’inizio di settembre arrivò la cacciata di studenti e insegnanti «di razza ebraica» da tutte le scuole. Dopo Trieste, nelle sedute del 7, 9 e 10 novembre, il consiglio dei ministri approverà il «corpus» delle leggi razziali, la morte civile della popolazione ebraica, l’espulsione da ogni impiego pubblico, dalle professioni, i divieti sulla proprietà e i matrimoni «razzialmente misti».

(com.unica, 18 settembre 2018)