Dopo una giornata di scontri nei quartieri periferici di Tripoli, le milizie libiche hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco con la mediazione delle Nazioni Unite. L’intesa prevede la riapertura dell’aeroporto di Mitiga, la protezione dei civili e il rispetto delle proprietà private. Almeno 47 persone sono state uccise e 1.800 famiglie sono state sfollate a causa delle violenze negli ultimi giorni (Bbc). Facebook si è trasformato in un’arma nei combattimenti in Libia ha fatto notare il New York Times. Sulle loro pagine vari i gruppi rivali hanno espresso voglie, provocazioni e minacce agghiaccianti con l’unico scopo, secondo loro di voler  “purificare” la Libia dai suoi avversari. Alcuni di questi hanno pubblicato notizie false e offerto una guida sul campo di battaglia con tanto di mappe e coordinate per aiutare a colpire le basi aeree dei rivali.

Dopo il vertice su immigrazione e Libia convocato dal premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, il governo italiano ha detto di continuare a lavorare alla Conferenza sulla Libia che si terrà in Italia a novembre, sottolineando di seguire da vicino gli sviluppi nel Paese (Ansa).

Ma in Medio Oriente c’è anche un altro fronte molto caldo: quello siriano. La Russia e le forze governative siriane hanno ripreso i raid contro i ribelli nella regione di Idlib, sfidando il monito del presidente Trump a non attaccare. Un’azione che avviene a pochi giorni dal vertice trilaterale sulla Siria tra Russia, Iran e Turchia previsto per venerdì a Teheran (Reuters). L’inviato speciale dell’Onu Staffan De Mistura ha invitato a trovare una soluzione per evitare una tragedia umanitaria (Guardian).

Intanto il governo siriano ha detto di aver neutralizzato alcuni missili lanciati dalle forze armate israeliane contro le postazioni siriane nelle province di Tartus e Hama (The Jerusalem Post).

(com.unica, 5 settembre 2018)