Il consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj ha proclamato lo stato di emergenza a Tripoli e nei sobborghi della città dopo che Abdel Rahim Al-Kani, leader della Settima brigata stanziata a Tarhouna, si è detto pronto a sferrare nelle prossime ore l’attacco decisivo per conquistare la capitale (La Stampa).

Il governo non controlla più la parte meridionale della città, l’aeroporto è chiuso e non è più scontata la fedeltà dei combattenti di Misurata, alleato strategico del governo di accordo nazionale che doveva condurre alla pacificazione del Paese. L’Italia, scrive La Stampa, sta valutando l’opzione di un intervento da parte dei corpi speciali: oggi il summit a Roma con i vertici dei Servizi.

I duri scontri in Libia si ripercuotono sulla condizione dei migranti rinchiusi nei centri di detenzione e coinvolgono l’Italia, presente nel Paese con aziende, come l’Eni, e truppe poste a supporto della guardia costiera locale (Huffington Post).

(com.unica, 3 settembre 2018)

Nella foto Fayez al Sarraj e il generale Haftar