Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF “Early Moments Matter for Every Child”, lanciato oggi, 21 settembre, solo 15 Paesi nel mondo – tra cui l’Italia – hanno tre politiche nazionali di base che aiutano a garantire ai genitori il tempo e le risorse di cui hanno bisogno per supportare un sano sviluppo del cervello dei propri bambini. Mentre 32 Paesi – in cui vive 1 bambino su 8 di tutti i bambini del mondo con meno di 5 anni – non hanno nessuna di queste politiche. Due anni di istruzione prescolare gratuiti, congedo per allattamento pagato per i primi sei mesi di vita del bambino, 6 mesi di maternità e 1 mese di paternità retribuiti contribuiscono a gettare le basi per uno sviluppo ottimale della prima infanzia. Queste politiche aiutano i genitori a proteggere meglio i propri bambini e a garantire loro una migliore nutrizione, esperienze di gioco e di apprendimento precoce durante il primo anno cruciale di vita, quando il cervello cresce ad un ritmo senza pari nella vita. Sempre secondo il rapporto Cuba, Francia, Italia, Portogallo, Russia e Svezia sono tra i Paesi che garantiscono tutte e tre le politiche. Al contempo, 85 milioni di bambini sotto i 5 anni crescono in 32 paesi in cui non è presente nessuna delle 3 politiche. Sorprendentemente il 40% di questi bambini vive in soli due paesi: Bangladesh e Stati Uniti.

“Cosa conta di più per i bambini? Il cervello. Però, non ci prendiamo cura del loro sviluppo celebrale allo stesso modo in cui ci prendiamo cura del loro corpo, soprattutto durante la prima infanzia, periodo di vita in cui secondo la scienza il cervello dei bambini e il loro futuro si sviluppano e gettano le basi molto rapidamente”, ha dichiarato Anthony Lake, direttore generale dell’UNICEF. “È necessario fare di più per dare ai genitori e coloro che si prendono cura dei bambini il supporto di cui hanno bisogno durante il periodo più importante per lo sviluppo del cervello”.

Il rapporto sottolinea inoltre che milioni di bambini sotti i 5 anni passano i loro anni formativi in ambienti non sicuri e non stimolanti: circa 75 milioni di bambini sotto i 5 anni vivono in aree colpite da conflitto, aumentando il rischio di stress tossico, che potrebbe inibire le connessioni delle cellule celebrali durante la prima infanzia; a livello globale, scarsa nutrizione, ambienti non salutari e malattie hanno contribuito all’arresto della crescita di 155 milioni di bambini sotto i 5 anni, privando i loro corpi e il loro cervello della possibilità di svilupparsi e raggiungere il loro pieno potenziale; un quarto di tutti i bambini tra i 2 e i 4 anni in 64 paesi non partecipa ad attività fondamentali per lo sviluppo celebrale come giochi, canti e lettura; circa 300 milioni di bambini in tutto il mondo vivono in zone dove l’aria è tossica. Diverse ricerche mostrano che in questo modo lo sviluppo celebrale di un bambino può essere danneggiato.

La ricerca – che riprende uno studio secondo il quale i bambini delle famiglie povere che hanno esperienze di gioco e apprendimento quando sono molto piccoli guadagnano in media il 25% in più da adulti rispetto a coloro non esposti agli stessi stimoli – sottolinea come che non proteggere e non occuparsi dei bambini più svantaggiati con opportunità per lo sviluppo della prima infanzia mina la potenziale crescita delle loro società ed economie. “Se non investiamo adesso nei bambini e nelle famiglie più vulnerabili, continueremo a perpetrare i cicli intergenerazionali di svantaggio e diseguaglianza”, ha aggiunto Lake. “Vita dopo vita, opportunità mancate su opportunità mancate, stiamo ampliando la distanza tra ricchi e poveri e minando, nel lungo periodo, la nostra forza e stabilità”. In media, i Governi nel mondo spendono meno del 2% dei loro fondi per l’istruzione in programmi per la prima infanzia. Il rapporto sottolinea che investire oggi nei primi anni dei bambini favorisce nel futuro significativi traguardi a livello economico. Ogni dollaro investito in programmi per il supporto dell’allattamento generano un ritorno di 35 dollari; e ogni dollaro investito nelle cure e nell’istruzione per la prima infanzia e per i bambini più svantaggiati può dare un ritorno economico fino a 17 dollari.

Il rapporto chiede ai governi e ai privati di supportare politiche nazionali di base per supportare lo sviluppo della prima infanzia, che comprendono: investire e ampliare i servizi per lo sviluppo della prima infanzia a casa, scuola, nelle comunità e strutture sanitarie, dando priorità ai bambini più vulnerabili; rendere una priorità nazionale politiche per la famiglia che comprendono: due anni di istruzione pre-primaria gratuiti, congedi parentali e per l’allattamento retribuiti; dare ai genitori che lavorano il tempo e le risorse necessari per supportare lo sviluppo celebrale dei bambini; raccogliere e disaggregare dati sullo sviluppo della prima infanzia e tracciare i progressi nel raggiungimento dei bambini e delle famiglie più vulnerabili. “Politiche che supportano lo sviluppo della prima infanzia rappresentano degli investimenti fondamentali per lo sviluppo dei nostri bambini, di tutti i cittadini e della forza lavoro di domani e letteralmente del futuro del mondo”, ha detto Lake. 

(Aise/Unicef 22 settembre 2017)