La polizia spagnola è entrata ieri in nove sedi della Generalitat catalana a Barcellona e ha arrestato 14 alti funzionari. Gli agenti hanno sequestrato dieci milioni di schede elettorali: l’obiettivo è impedire il referendum della Catalogna previsto per il primo ottobre e considerato illegale dal tribunale costituzionale di Madrid (La Stampa). Il presidente Puigdemont ha detto che lo Stato spagnolo “ha superato la linea rossa” (El Pais). Il premier Rajoy insiste: “Il referendum non si farà, il governo tutela i diritti di tutti gli spagnoli”, ha dichiarato in Parlamento, “i giudici si sono espressi contro il referendum, come democrazia abbiamo l’obbligo di far rispettare la sentenza”. In aula, contro Rajoy si è pronunciato in maniera molto dura il dirigente della sinistra repubblicana catalana Gabriel Rufian: “Tolga le sue sporche mani dalla Catalogna” gli ha intimato. Madrid ha incassato il sostegno della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Abbiamo a cuore la stabilità di un partner così vicino”.

Il presidente dell’assemblea regionale, Jordi Sànchez, ha invitato a una “resistenza pacifica” contro l’operazione di polizia. “È arrivato il momento. Resistiamo pacificamente, scendiamo in piazza per difendere le nostre istituzioni con la non-violenza” ha scritto su twitter. L’Assemblea nazionale spagnola ha respinto una mozione a sostegno della mano pesante del governo contro gli indipedentisti catalani in risposta al referendum, con 166 voti contrari e 158 a favore, dopo che il partito socialista Psoe si è schierato con la sinistra di Podemos e i piccoli partiti separatiste per il no alla mozione. I partiti separatisti rappresentati al parlamento di Madrid e Podemos hanno cancellato tutti gli impegni pubblici dopo al notizia degli arresti.

Un chiaro sostegno all’operazione di polizia è arrivato dai partiti di destra. Il leader di Ciudadanos Albert Rivera ha detto di essere favorevole all’intervento perché il governo catalano “ha ignorato la legge e calpestato i nostri diritti”. Il governo regionale catalano è composto da un’ampia coalizione di forze indipendentiste, che vanno dalla sinistra di Sinistra repubblicana al centrodestra di Convergenza democratica di Catalogna.

(com.unica, 21 settembre 2017)