Oggi a Vancouver si tiene il vertice dei ministri degli Esteri di 20 Paesi sulla crisi nordcoreana. L’incontro è stato promosso da Stati Uniti e Canada per mettere pressione a Pyongyang e spingerla a negoziare un accordo sulla fine del programma nucleare. La Cina ha declinato l’invito affermando che l’incontro non farà che acuire le tensioni nella penisola (Reuters). È tuttavia pronta a lavorare con gli Usa per un “accordo appropriato” sulla questione nucleare: lo ha riferito lo stesso presidente Xi Jinping in una telefonata con il suo omologo Donald Trump. Secondo l’agenzia Nuova Cina, Xi ha aggiunto che tutte le parti preoccupate della situazione dovrebbero “creare le condizioni per la ripresa dei colloqui”. Cina e Usa dovrebbero inoltre risolvere “in modo appropriato” i contenziosi economici e commerciali di reciproco interesse.  Anche la Russia non sarà presente al meeting. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha detto che Mosca è contraria a qualsiasi modifica dell’accordo sul nucleare iraniano. La Germania, invece, ha annunciato che analizzerà la proposta dell’amministrazione Usa con gli altri Paesi dell’Ue (Washington Post).

Sempre sul tema delle armi atomiche, ieri è arrivata la notizia secondo la quale il Pentagono starebbe mettendo a punto un nuovo piano per sviluppare due nuovi missili nucleari a basso potenziale. Lo riporta il Wall Street Journal, spiegando che si tratta della risposta dell’amministrazione Trump alla crescente capacità degli arsenali di Russia e Cina. Una strategia che però preoccupa perchè rappresenta un passo indietro sulla strada della non proliferazione e potrebbe spingere la Corea del Nord a espandere il suo arsenale e Paesi come l’Iran a riprendere il proprio programma nucleare.

Papa Francesco, prima di partire per il viaggio in Cile e Perù, ha detto di temere una nuova guerra nucleare (Il Messaggero): “Sì, ho davvero paura. Siamo al limite. Basta un incidente per innescare la guerra. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare”. Prima di parlare il Papa aveva fatto distribuire ai cronisti al seguito una foto scattata a Nagasaki dopo l’esplosione atomica del ’45.

(com.unica, 16 gennaio 2018)