Primi raid aerei della Russia in Siria contro l’Isis ed è già polemica con gli Stati Uniti. Il Cremlino è infatti accusato di aver colpito non solo i miliziani del Califfato ma anche i ribelli che si oppongono al dittatore siriano Bashar Al Assad: sarebbero 27 i civili coinvolti nell’attacco russo, di cui sei bambini.

Mosca ha negato con forza affermando di aver colpito depositi e punti di comando dell’Isis, ma secondo la Casa Bianca alcune bombe sono state lanciate anche su Homs e Hama, città in cui sono concentrate le forze dei ribelli anti-regime.

Dopo un apparente apertura tra Washington e Mosca è dunque tornato il gelo: per il presidente russo Putin è necessario “colpire i terroristi lì dove sono” e i suoi uomini appoggeranno l’esercito siriano “solamente nella sua battaglia legittima contro i gruppi terroristici”, ma lo scetticismo americano si riflette nelle parole del ministro della Difesa statunitense Ash Carter, secondo cui l’approccio di Mosca è “come gettare benzina sul fuoco, una strategia destinata a fallire”.

(com.unica, 1 ottobre 2015)