L’intervento del capo di Stato Maggiore della Difesa al convegno dal titolo ‘Le implicazioni strategiche della guerra in Ucraina per l’Italia” promosso dall’IAI

“La posta in gioco è la democrazia: non bisogna cedere alla propaganda di chi ci vuole meno liberi. Stiamo assistendo proprio in questi giorni all’intensificarsi di una strategia di disinformazione russa che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin con l’obiettivo di disorientare le nostri opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l’immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo”. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nel suo intervento al convegno promosso dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) che si è svolto ieri alla Camera dei Deputati dal titolo ‘Le implicazioni strategiche della guerra in Ucraina per l’Italia’. All’incontro sono intervenuti, fra gli altri anche il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè; la presidente della Commissione Esteri del Senato Stefania Craxi; il presidente del Copasir Lorenzo Guerini; il presidente della Commissione Difesa della Camera Antonino Minardo; il presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti; il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago.

“L’obiettivo di Mosca – ha aggiunto Cavo Dragone – è di approfittare delle prossime consultazioni elettorali che interesseranno anche altri paesi atlantici dell’occidente. “La difesa della libertà è doverosa, necessaria, e riguarda tutti. Da Kyiv, dove sono stato recentemente in visita, la realtà che abbiamo finora vissuto, il mondo che abbiamo finora conosciuto, si percepiscono sotto una luce del tutto inedita e densa di interrogativi. C’è un Paese che combatte per la sua – e anche per la nostra – libertà di poter scegliere il proprio futuro. L’aria che si respira in Ucraina o in Stati vicini come la Moldavia è resa soffocante non solo dalla pressione militare russa, che non risparmia i centri abitati e le infrastrutture civili, ma da una narrativa fuorviante e incalzante a tutti i livelli, il cui obiettivo è di condizionare il libero arbitrio e quindi le libertà democratiche che ne discendono e che nessuno vuole vedersi negate. La difesa della loro e della nostra libertà non è assolutamente un concetto retorico, ma una discriminante prioritaria del nostro sostegno incondizionato all’Ucraina. Due visioni antitetiche della realtà e del mondo si contrappongono. E noi non possiamo permetterci tentennamenti o distinguo. Ne va del nostro modello di vita, dei nostri valori.”

“Dobbiamo guardare alla geopolitica di domani con grande realismo – ha proseguito l’Ammiraglio. La NATO è il vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia. Il Segretario generale della NATO ha recentemente dichiarato che il confronto con la Russia avrà una portata decennale. Da Tel Aviv, dove sono stato nelle scorse settimane e ho toccato con mano la drammaticità di una crisi che è interesse di tutti risolvere il più rapidamente possibile, si comprendono chiaramente le implicazioni della citata frase di Stoltenberg: la guerra in Ucraina potrebbe anche finire molto prima ma in realtà gli effetti innescati da tale conflitto si sono propagati a livello globale, accelerando dinamiche e tensioni già preesistenti, come l’attuale crisi in Medio Oriente, e che richiederanno molto tempo per riassorbirsi”.

com.unica, 20 febbraio 2024