Adriano Segarelli, pittore contemporaneo e scrittore, nasce a Roma nel dicembre del ’78.

Sa molto bene quanto siano fondamentali gli incontri importanti nella vita di un artista, alcuni possono veramente cambiare il corso della nostra strada! 

Ha frequentato l’istituto statale d’arte Silvio D’Amico e la sua pittura si alterna tra il figurativo e il metafisico, caratterizzato da sagome vettoriali e ombre che mostrano la loro piena espressività in uno spazio surreale. Il percorso pittorico viene scandito negli anni da figure femminili dalla forte poetica ispiratrice che, per l’artista, rappresentano in realtà l’altra parte dell’uomo, quella parte più fragile e sensibile e di conseguenza più comunicativa. Un istinto interiore che trova la sua creatività in opere che nascono dalle varie emozioni e da tutti quegli stati d’animo che mutano continuamente. 

Dal 2021 è co-fondatore, con Dario Pellegrino, dell’hub artistico Ausgang24, nato come progetto sperimentale delle arti con lo scopo di creare un concetto multidisciplinare per riunire tutti gli artisti che necessitano di esprimersi in piena libertà, uscendo dalle restrizioni e dai vincoli della società attuale

Adriano Segarelli è un artista eclettico, si destreggia con enfasi, passione e leggiadria tra pittura, scultura e scrittura.

Dopo aver partecipato a diverse mostre collettive e personali tra Roma, Milano, Brindisi e Pescara, presenta all’ex mattatoio di Testaccio, la sua corrente artistica denominata “destrutturalismo interiore”, curata dall’associazione culturale Arte live 360 e Meet art Roma riceve l’approvazione della critica dallo storico dell’arte Marco Eugenio Di Giandomenico e il patrocinio dell’accademia delle belle arti di Brera dopo aver esposto nello studio Zecchillo (ex studio Piero Manzoni). Attualmente è entrato a far parte della galleria Purificato-zero, nel progetto artistico “mille km della cultura” esponendo negli spazi museali e nelle dimore storiche italiane.

È il vincitore della II Edizione del prestigioso Premio Amedeo Modigliani nella sezione Pittura con l’opera “l’Io sospeso” cura della Fondazione Modigliani con sede in Roma Trastevere.

Ci dice Segarelli in merito alla “metafisica della luce” che nelle sue ultime opere c”è la ricerca della realtà assoluta delle cose, al di là della loro apparenza, attraverso un processo estremamente interiore basato non sull’esperienza vissuta ma su un punto di vista profondo e intuitivo nei confronti di questo infinito contenitore di energia che è l’universo.

Nella versione metafisica la luce non appare più come un fenomeno fisico, non più come una reazione elettromagnetica assorbita o riflessa dalle cose, bensì assume un ruolo rivelatore. 

Uno strumento empirico che svela quella parte più nascosta e profonda della coscienza umana. Una forza ancestrale e indomabile che non si limita ad accendere e a definire le forme, ma sopraggiunge per squarciare un buio apparentemente predominante, in spazi verosimilmente vuoti.

La luce giunge quindi non ad evidenziare il vuoto, ma fa si che il buio stesso riempia uno spazio che altrimenti sarebbe stato vuoto senza luce.

Una riflessione filosofica che inequivocabilmente approda nella visione metafisica di Silvano Petrosino: “il soggetto umano non è solo illuminato, come il semplice oggetto, ma è egli stesso luce, è gli stesso illuminante: lo sguardo è la luce con la quale egli illumina e va incontro alla realtà che gli viene incontro”.

Della sua ultima opera “La stanza della mediazione” Olio su tela 100 × 70 Segarelli ci racconta che in questa sublime sua stanza tutto ciò che viene espresso dalla mente viene protetto dalla nostra interiorità.  Tutto rimane in quella stanza. Uscirà di lì solo la soluzione dei nostri problemi. Solo l’obiettivo da raggiungere.

Solo ciò che abbiamo imparato a controllare di noi stessi. Nella stanza della mediazione ci si mette a confronto con noi stessi. Si da il giusto peso a ciò che dobbiamo cambiare e al compromesso che otteniamo con la nostra coscienza.

In quel luogo entra una luce che evidenzia tutta la trasformazione.

Una testa antica subisce una metamorfosi umana. È salda a terra in senso di stabilità. 

Per ogni artista è un momento decisivo quello in cui trova la sua musa, colei che rappresenta la nuova linfa necessaria a sospingerlo e a creare per ciò che realmente esso è e sente nel suo profondo. 

Senza di essa, l’arte sarebbe priva di quella magia che la rende così speciale. 

E così, ogni artista cerca la propria musa, sperando di trovarla e di essere ispirato dal suo tocco di fantasia.

Oh Laura, te che come musica ogni giorno sei il sottofondo delle mie giornate!”

Adriano Segarelli vi aspetta nel suo bellissimo Atelier d’arte a Roma in Via Laura Mantegazza 20/A al quale ha dedicato un delicato verso di riconoscenza e amore:

“La mattina ho bisogno di aprire la porta dello studio, perché devo necessariamente parlare con loro.

Un dialogo muto. Etereo.

Esclusivamente basato su sottili vibrazioni, devo necessariamente parlare con loro, perché ho bisogno di esorcizzare quella lieve bellissima paura che puntualmente si prova davanti alla tela successiva.”

Ilaria Pisciottani, com.unica 7 gennaio 2024