Il professore di Yale ha svolto la sua relazione nel corso di una sessione del Consiglio di sicurezza convocata dalla Federazione russa sul tema della presunta “russofobia”

Signore e signori, mi presento a voi come storico dell’Europa orientale e, in particolare, come storico delle uccisioni di massa e delle atrocità politiche. Sono lieto di essere stato invitato qui a informarvi sull’utilizzo del termine “russofobia” da parte di molti esponenti delle istituzioni russe. Credo che questa discussione possa chiarire qualcosa sul carattere della guerra di aggressione della Russia in Ucraina e sull’occupazione illegale del territorio ucraino da parte della Russia. Parlerò brevemente e mi limiterò a due punti.

Primo: i danni ai russi e alla cultura russa sono principalmente il risultato delle politiche della Federazione russa. Se ci preoccupiamo per i danni ai russi e alla cultura russa, allora dovremmo preoccuparci delle politiche dello stato russo. Secondo: il termine “russofobia”, di cui stiamo discutendo oggi, è stato sfruttato durante questa guerra come una forma di propaganda imperiale in cui l’aggressore sostiene di essere la vittima. In quest’ultimo anno è servito a giustificare i crimini di guerra russi in Ucraina.

Permettetemi di iniziare dal primo punto. La premessa, quando discutiamo di “russofobia”, è che siamo preoccupati per i danni ai russi. E’ una premessa che certamente condivido. Condivido la preoccupazione per i russi. Condivido la preoccupazione per la cultura russa. Ricordiamo quindi le azioni che nell’ultimo anno hanno causato i maggiori danni ai russi e alla cultura russa. Ne citerò dieci.

1. Costringere i russi più creativi e produttivi a emigrare. L’invasione russa dell’Ucraina ha costretto circa 750 mila russi a lasciare la Russia, tra cui alcune delle persone più creative e produttive. Questo è un danno irreparabile per la cultura russa ed è il risultato della politica russa.

2. La distruzione del giornalismo russo indipendente, che impedisce ai russi di conoscere il mondo che li circonda. Anche questa è una politica russa e causa danni irreparabili alla cultura russa.

3. La censura e la repressione della libertà di parola in Russia. In Ucraina si può dire ciò che si vuole sia in russo sia in ucraino. In Russia non si può. Se vi presentate in Russia con un cartello in cui dite “no alla guerra”, sarete arrestati e molto probabilmente mandati in carcere. Se vi presentate in Ucraina con un cartello in cui dite “no alla guerra”, indipendentemente dalla lingua in cui è scritto, non vi succederà nulla. La Russia è un paese con una sola lingua principale, dove si può dire poco. L’Ucraina è un paese con due lingue, dove si può dire quello che si vuole. Quando vado in Ucraina, le persone con cui parlo mi riferiscono dei crimini di guerra russi usando entrambe le lingue, usando l’ucraino o il russo, come preferiscono.

4. L’attacco alla cultura russa attraverso la censura dei libri scolastici, l’indebolimento delle istituzioni culturali russe in patria e la distruzione dei musei e delle organizzazioni non governative dedicate alla storia russa. Tutte queste cose rientrano nelle politiche russe.

5. La perversione della memoria della Grande guerra patriottica che ha portato a una guerra di aggressione nel 2014 e nel 2022, privando così tutte le future generazioni di russi di tale eredità. Questa è la politica russa, che ha creato un grande danno alla cultura russa.

6. Il declassamento della cultura russa nel mondo e la fine di quello che una volta veniva chiamato “russkiy mir”, il mondo russo all’estero. Una volta c’erano molte persone che si sentivano amiche della Russia e della cultura russa in Ucraina. Questa situazione è stata interrotta da due invasioni russe. Quelle invasioni erano una politica dello stato russo.

7. L’uccisione di massa della popolazione russofona in Ucraina. La guerra di aggressione russa in Ucraina ha ucciso più russofoni di ogni altra azione fatta prima d’ora.

8. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha portato alla morte in massa di cittadini russi che hanno combattuto come soldati nella sua guerra di aggressione. Circa 200 mila russi sono morti o mutilati. Questa è, ovviamente, la politica russa. E’ sempre politica russa mandare giovani russi a morire in Ucraina.

9. I crimini di guerra, i traumi e i sensi di colpa. Questa guerra significa che una generazione di giovani russi, quelli che sopravviveranno, saranno coinvolti in crimini di guerra e saranno avvolti da traumi e sensi di colpa per il resto della loro vita. Questo è un grande danno per la cultura russa.

Tutti questi danni ai russi e alla cultura russa sono stati provocati dallo stesso governo russo, soprattutto nel corso dell’ultimo anno. Quindi, se fossimo sinceramente preoccupati per i danni ai russi, queste sono alcune delle cose a cui dovremmo pensare. Ma forse la peggiore politica russa nei confronti dei russi è l’ultimo punto.

10. La continua formazione o educazione dei russi a credere che il genocidio sia normale. Lo vediamo nelle ripetute affermazioni del presidente russo Vladimir Putin secondo cui l’Ucraina non esiste. Lo vediamo nelle fantasie genocide dei media statali russi. Lo vediamo sulla televisione di stato che raggiunge milioni o decine di milioni di cittadini russi ogni giorno. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come maiali. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come parassiti. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come vermi. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come satanisti o demoni. Lo vediamo quando la televisione di stato russa proclama che i bambini ucraini dovrebbero essere annegati. Lo vediamo quando la televisione di stato russa proclama che le case ucraine dovrebbero essere bruciate con le persone all’interno. Lo vediamo quando le persone appaiono alla televisione di stato russa e dicono: “Non dovrebbero esistere affatto. Dovremmo giustiziarli con un plotone d’esecuzione”. Lo vediamo quando qualcuno appare alla televisione di stato russa e dice: “Uccideremo un milione, uccideremo 5 milioni, possiamo sterminarvi tutti”, intendendo tutti gli ucraini.

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*Timothy Snyder (@TimothyDSnyder) è uno storico, scrittore e accademico specializzato nella storia dell’Europa orientale e dell’Olocausto. Professore di Storia presso l’Università di Yale, è membro permanente dell’Istituto di Scienze umane di Vienna. Tra i suoi libri, pubblicati in Italia con Rizzoli, Terra nera. L’Olocausto fra storia e presente, Venti Lezioni e La paura e la ragione. Il collasso della democrazia in Russia, Europa e America. Il sito ufficiale è www.timothysnyder.org.