Sta ripartendo la stagione. Lei è una studentessa, e ha compagne che studiano come lei, altre che fanno anche altre attività. Ci può descrivere in breve chi siete nella vita di tutti i giorni? Riuscite a fare tutto?

Iniziando quest’anno il mio primo anno di università non so esattamente come farò. Sono sempre riuscita ad organizzarmi e a combinare tutti gli impegni. Ogni giorno è una lotta riuscire a fare tutto ed essere sempre pronta e spesso sono esausta ma ne vale la pena. 

Ci vuole raccontare la sua storia, cioè come ha deciso di praticare questo sport? Lo fa per tenersi in forma e divertirsi o per provare a passare alle categorie maggiori?

Tutto è iniziato nel 2012, quando, all’età di 9 anni, ho effettuato un provino con la società ASD Femminile Inter. La mia prima esperienza calcistica è durata sino al 2017. Ho trascorso 5 anni di divertimento, passione, fatica; anni in cui I’FC Inter ha ufficializzato il suo impegno nel calcio femminile, e dandomi l’opportunità di assaporare esperienze uniche come: giocare alla stadio di San Siro prima della partita ufficiale della prima squadra maschile, essere a bordo campo e a volte a fianco della panchina in qualità di raccattapalle durante le partite di serie A e, partecipare e vincere, ai campionati di categoria e a tornei nazionali. È stata un’esperienza bellissima ma anche di sacrificio ed impegno e momenti di alti e bassi momenti di forte competizione, dove, non sempre i valori tecnici prevalgono. Nell’anno 2018-19 ho avuto la possibilità di partecipare al campionato di primavera con la società Riozzese, anno in cui, nonostante fossi la più piccola di età ho potuto esprimere il mio potenziale giocando come titolare per tutto il campionato. È stata un’esperienza positiva, ma inizialmente difficile, sia per il salto di categoria che per l’iniziale difficoltà di ambientazione. Infatti integrarsi in una nuova squadra, soprattutto se già formata, è spesso non Immediato. Per conciliare tutti gli impegni ho deciso di avvicinarmi a casa facendo una scelta che mi ha portato al Cesano Boscone Idrostar. Militare in una categoria di promozione con compagne più grandi di me sicuramente mi dava qualche preoccupazione… ma ho trovato delle “colleghe”, un allenatore e, una società, che mi sono state molto vicine e sono molto contenta di questa scelta. Sono molto soddisfatta del mio percorso e continuerò a portarlo avanti come divertimento e passione ma anche aspirando a categorie maggiori. 

Tra le difficoltà incontrate esistono anche questioni di discriminazione? Se sì, ce le può raccontare?  Quelle capitate a lei, naturalmente, ma anche ad altre sue compagne. La famiglia e la cerchia dei suoi conoscenti come hanno reagito sapendo che lei voleva fare la calciatrice? 

La mia famiglia mi ha sempre supportato nella mia scelta anche perché avendo già una sorella più grande che praticava questo sport erano già stati introdotti in questo mondo. Anche i miei amici, conoscendo la mia grande passione, mi hanno sempre supportato; ma ci sono state molte occasioni in cui persone esterne, o poche conosciute, hanno giudicato questa mia scelta, affermando che fosse un gioco esclusivamente maschile e che noi calciatrici non dovremmo nemmeno giocare. 

Secondo lei si investe abbastanza nello sport al femminile in Italia? E comunque, ci sono stati dei progressi rispetto al passato? Il pubblico vi segue?

Penso che gli investimenti non siano sufficienti, sono aumentati negli ultimi anni, ma non per quanto riguarda il settore giovanile, ed è  aumentata la visibilità, ma ciò non basta. Molte società infatti destinano la maggior parte dei soldi alla parte maschile tralasciando quella femminile.  Fortuna che noi abbiamo uno sponsor come Grenke che continua a credere in noi.

com.unica, 10 settembre 2022