Il primo volume della collana Campo libero, a cura della Fondazione Gariwo e della Libreria Editrice Cafoscarina. Disponibile a partire dal 23 novembre

Il termine genocidio” è stato utilizzato per la prima volta nel 1944 dallebreo polacco Raphael Lemkin, proprio a partire dalla distruzione degli ebrei e dalle sue riflessioni sullo sterminio impunito degli armeni. È nata così l’idea di una legge internazionale delle Nazioni Unite alla base della prevenzione dei genocidi. Con il tempo, altri popoli sono entrati sulla scena pubblica per chiedere il riconoscimento dei loro genocidi: i ruandesi, i cambogiani, gli armeni, gli ucraini

Partendo dallesperienza estrema e tragica della Shoah, si può tentare di capire cosa è accaduto e accade altrove e con altri popoli, e far sì che il precetto mai più! non sia solo un commento amaro del passato, ma un impegno forte per il futuro.

Domande sulla memoria si interroga sul significato odierno di Memoria e su come fino ad oggi, in molti casi, sia mancata una lettura dinsieme dei genocidi e un metodo di comparazione, non si siano analizzate le caratteristiche comuni evitando una concorrenza tra le memorie, e spesso sia mancata la solidarietà tra vittime.

Il libro, primo della collana CAMPO LIBERO della Fondazione Gariwo insieme alla Libreria Editrice Cafoscarina di Venezia, raccoglie attorno alla tematica diverse voci di studiosi e vuole essere un nuovo strumento sullimportanza dellanalisi di tutti i genocidi. Contiene anche il testo integrale della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio di Raphael Lemkin adottata dalle Nazioni Unite nel 1948 e la proposta di Gariwo per una Carta della memoria, sottoscritta da molte personalità della cultura e delle istituzioni.

Gli autori: Yehuda Bauer, Francesco M. Cataluccio, Enrico Fink, Marcello Flores, Anna Foa, Viviana Kasam, Pietro Kuciukian, Stefano Levi Della Torre, Gabriele Nissim, Vittorio Pavoncello, Valentina Pisanty, Robert Szuchta, Francesco Tava, Amedeo Vigorelli, Anna Ziarkowska, Simone Zoppellaro.

Sebastiano Catte, com.unica 17 novembre 2021

*Foto in alto Anthea Pokroy © Johannesburg Holocaust & Genocid Centre