“Un risultato straordinario, che avrà un impatto importante sulla risposta all’epidemia”  è il commento dell’infettivologo americano Anthony Fauci alla notizia che il vaccino anti-Covid sviluppato da Pfizer e BioNTech sia risultato efficace al 90 per cento nel prevenire la comparsa dei sintomi durante la fase 3 della sperimentazione, ancora in corso. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è apparso più cauto e per ora si è limitato a parlare di «notizie incoraggianti». È prevista la distribuzione delle prime 50 milioni di dosi entro la fine dell’anno, mentre per il 2021 ne sono attese 1,3 miliardi. 

“Il vaccino si deve dimostrare efficace, il che significa che può aiutare a prevenire Covid in almeno la maggior parte dei pazienti trattati — fanno sapere da Pfizer —. In secondo luogo, cosa altrettanto importante, si deve dimostrare sicuro, con dati affidabili generati da migliaia di volontari. Infine dobbiamo dimostrare che può essere costantemente prodotto con i più alti standard di qualità. Rimaniamo in linea con le scadenze previste. Abbiamo avviato una revisione progressiva e accelerata con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) già dall’inizio di ottobre”.

L’efficacia è diventata significativa a 28 giorni dall’inizio della vaccinazione (2 dosi), che non ha presentato, sino ad oggi, effetti collaterali avversi di grande rilievo o altri fenomeni di tossicità. Al momento non si conosce ancora la durata di questa protezione, e nemmeno quale sia il suo livello specifico nei soggetti anziani. Le prossime tappe sono la richiesta di Emergency Use Authorization (EUA) alla Food & Drug Administration, che avverrà nella terza settimana di novembre (al compiere dei due mesi richiesti dalle regole). Il professor Guido Silvestri, capo dipartimento della divisione di Microbiologia Immunologia della Emory University di Atlanta (USA), ha spiegato sulla sua pagina facebook che si tratta di un risultato molto importante ma che al momento non si sa se e quando questo vaccino potrà essere usato in Italia. “Spero anche che questa notizia – ha sottolineato – dia l’opportunità di ricredersi a chi ha fatto recentemente affermazione sbagliate e pericolose sui media (“vaccini rischiosi perché non si fanno i test sul campo”) — parole che hanno dato la stura ai soliti deliri no-vaxx, che sono l’ultima cosa di cui si ha bisogno in un momento come questo”.

Il vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate, adottata anche da altre due case farmaceutiche: la tedesca Curevac e l’americana Moderna. Tutti e tre i vaccini stanno affrontando la terza e ultima fase della sperimentazione clinica e tutti e tre sono vaccini a Rna. Questo vuol dire che viene utilizzata la sequenza del materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna), il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. Utilizzare l’Rna messaggero (mRna) è stata una scelta dettata dall’esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale. L’obiettivo è somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario.

La notizia ha provocato un vero scossone nelle borse di tutto il mondo: da segnalare le ottime le chiusure in Europa con Parigi in rialzo di oltre il 7,5%, Francoforte sopra il 4,5% e Milano che con una crescita di oltre il 5,4% è tornata ai livelli di marzo.

com.unica, 10 novembre 2020