Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lavora all’organizzazione degli Stati generali dell’Economia, al via da sabato a Villa Pamphilj. Ma parte in salita: le opposizioni, che avrebbero dovuto essere protagoniste della prima giornate di lavoro dell’iniziativa di ascolto del governo sulla fase tre, hanno declinato l’invito in modo netto. “Il centrodestra – hanno comunicato Lega Fdi e Forza Italia al termine del vertice tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani – è compatto sul no alla partecipazione agli Stati generali organizzati dal governo a Villa Pamphili. I tre partiti hanno ribadito di essere pronti a confrontarsi con il governo in qualsiasi momento, ma soltanto in occasioni e sedi istituzionali”. “Gli italiani non hanno bisogno di altri show e passerelle”, ha attaccato il leader leghista, per il quale “il luogo del confronto e della discussione è il Parlamento, non sono le ville o le sfilate”. “Invitarli lì è un gesto di attenzione anche nei loro confronti” ha risposto il presidente del Consiglio. Per il resto, assicura, “credo di aver dimostrato di andare in Parlamento in tutte le occasioni, ci sarò anche la prossima settimana”.

L’organizzazione dell’evento di Villa Pamphili per la verità non era partita nel migliore dei modi per via delle forti perplessità espresse dal Pd, che alla fine ha dovuto accettare con la condizione di evitare una “passerella” mediatica. Sabato ci sarà la giornata di inaugurazione, dedicata al contesto europeo e internazionale. Tra gli ospiti ci saranno il presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli e, in collegamento, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Poi, ha spiegato il presidente del Consiglio, “da lunedì inizierà il confronto con tutte le parti migliori del Paese”. Sarà quindi l’occasione per un confronto sul piano della task force presieduta da Vittorio Colao, che era stato accolto con forti critiche, soprattutto da parte della maggioranza. 

Sul piano del manager è intervenuto ieri anche il ministro dell’Economia Gualtieri. “Ci sono moltissime buone proposte” e “adesso tutti nel governo lo stanno studiando”, ha detto Gualtieri. “Questo governo è contrario e non farà mai condoni”; ha aggiunto. “La voluntary disclosure è una cosa diversa ed è un’opzione seria su cui si può lavorare”.

com.unica, 11 giugno 2020