Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ricordato ieri in conferenza stampa i successi della strategia di contenimento dell’epidemia e ha quindi illustrato la sua proposta per la ricostruzione del Paese: un “piano di rinascita” aperto al contributo dei partiti di opposizione e di tutte le parti sociali. 

Chiusa la fase più acuta della crisi sanitaria, pur “non” essendo il virus “ancora scomparso”, già morde la crisi economica e si affacciano le tensioni sociali. “Dobbiamo fare presto”, premette il premier consapevole delle urgenze. Perciò offre alle opposizioni e a tutte le parti sociali un tavolo di confronto, già la prossima settimana, per elaborare un “piano di Rinascita”.

È la base di lavoro da presentare all’Europa per spendere, facendo “sistema”, il “tesoretto” che arriverà dal Recovery Fund, nella speranza di ottenere risorse non esigue già quest’anno. “Superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese”, è il ‘titolo’ impegnativo: dall’alta velocità (senza “pregiudizi” verso un’opera come il Ponte sullo Stretto) a tasse più basse e progressive (“pagheranno tutti ma pagheranno tutti meno”, assicura), da burocrazia più snella e riforma dell’abuso di ufficio alla fiscalità di vantaggio per il Sud.

La prossima settimana, forse da lunedì, a Villa Pamphili Conte convocherà gli stati generali. Ma a breve dovrà decidere su Autostrade, verso cui usa parole assai dure. Il governo “a breve” potrebbe anche dover adottare nuove misure una tantum a sostegno di comparti, dal turismo all’artigianato, vicini al collasso. Con la consapevolezza che il suo operato sarà giudicato anche su come manterrà l’impegno del premier a riaprire la scuola a settembre in “aule rinnovate”.

Il rapporto della task force di Vittorio Colao – che sarà consegnato “a giorni” – è alla base del lavoro. Il governo, senza passare da rimpasti o allargamenti, offre all’opposizione di scrivere insieme “il progetto di Rinascita” e promette – assicura Conte – di non ‘usare’ i 172 miliardi che potrebbero arrivare dal Recovery Fund come un “tesoretto” per lucrare consenso. Il dialogo si è già intensificato tra la maggioranza, sia Pd che Iv, e Forza Italia, dopo la lettera di apertura al dialogo di Silvio Berlusconi. Mentre Matteo Salvini non sembra fidarsi troppo e “sfida” Conte a non escludere l’opposizione “come fatto finora” e prendere in considerazione le proposte leghiste su “burocrazia zero e flat tax”. Meno disponibile al dialogo Giorgia Meloni: da Conte ci sono solo nuove “promesse”, con un atteggiamento “surreale” di chi continua ad “annunciare bellissime cose” senza realizzarle. 

com.unica, 4 giugno 2020