Il virologo Guido Silvestri, chiamato in causa, conferma la tesi del primario del San Raffaele: i dati sul calo di carica virale del Covid sono molto solidi

Continua a far discutere l’intervista del professor Alberto Zangrillo rilasciata a Lucia Annunziata nel corso della trasmissione Mezz’ora in più su Raitre. Zangrillo, primario di terapia intensiva al San Raffaele di Milano e autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche, ha affermato che praticamente “il virus, dal punto di vista clinico, non esiste più”. C’è poco di che scandalizzarsi, afferma, “lo dice l’Università vita-salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo e direttore dell’Istituto di virologia, professor Massimo Clementi. Lo afferma, insieme alla Emory University di Atlanta, il professor Guido Silvestri. I tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta, ma non si può continuare a portare l’attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, ma a quelli che si auto-proclamano professori”.

Il primario del San Raffaele ha così continuato: “Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero: siamo passati da Borrelli, da Brusaferro, al presidente del Consiglio superiore di sanità. Tutto questo ha portato a bloccare l’Italia mentre noi lavoravamo e adesso noi, che abbiamo visto il dramma, chiediamo di poter ripartire velocemente perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega niente né del campionato né di dove vanno in vacanza gli italiani, ma dobbiamo ritornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo Paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale”. 

A Zangrillo ha replicato prontamente Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico: “Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus”. Anche se in numeri più ridotti e con sintomi meno aggressivi “i pazienti con la polmonite continuano ad arrivare” conferma Mario Riccio, primario della rianimazione di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, e consigliere dell’associazione Luca Coscioni. “Neanch’io ho intubato un paziente negli ultimi venti giorni. Ma abbiamo avuto un lockdown stretto e sappiamo che il caldo riduce i virus polmonari. C’è il rischio che la tregua non duri per sempre. Di fronte alla tragedia che abbiamo vissuto, starei attento a cantare vittoria”.

“Sono molto dispiaciuto che Locatelli sia sconcertato. In medicina non esistono punti di vista e chi dice che il mio è un punto di vista sbaglia prospettiva. Io riporto la realtà dei fatti” ha risposto Zangrillo in una dichiarazione rilasciata in mattinata all’agenzia AdnKronos. Il professore ha voluto chiarire il suo pensiero rispondendo anche alla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, che aveva espresso critiche molto aspre alle parole di Zangrillo. “Non ho detto che da domani ci possono essere gli assembramenti. Ho detto che sarà opportuno essere cauti per un certo periodo. D’altronde, il viceministro Pierpaolo Sileri, che parla la mia stessa lingua, sa che parlo a ragion veduta”.

Nell’intervista Zangrillo aveva fatto riferimento a uno studio condotto all’Ospedale San Raffaele di Milano (in via di pubblicazione su una rivista scientifica) secondo il quale tra marzo e maggio la quantità di virus presente nei soggetti positivi si è ridotta notevolmente. “Abbiamo analizzato 200 nostri pazienti — sottolinea Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele e professore all’Università Vita-Salute, oltre che curatore del lavoro —, paragonando il carico virale presente nei campioni prelevati con il tampone. Ebbene i risultati sono straordinari: la capacità replicativa del virus a maggio è enormemente indebolita rispetto a quella che abbiamo avuto a marzo. E questo riguarda pazienti di tutte le età, inclusi gli over 65”.

Il professor Guido Silvestri

Il professor Guido Silvestri, i cui studi sono stati citati da Zangrillo a conferma delle sue tesi, interviene dal suo dipartimento di Emory University di Atlanta sottolineando che si può certo discutere sulle modalità di espressione del primario del San Raffaele, ma “sull’aspetto specifico per cui Zangrillo mi chiama in causa, cioè l’osservazione che la carica virale nei tamponi naso-faringei positivi per Sars-CoV-2 è più bassa adesso che a inizio epidemia, si tratta di dati di laboratorio molto solidi e in corso di pubblicazione”. Nelle sue “pillole di ottimismo”, la sua rubrica quotidiana su facebook Silvestri ha fatto cenno anche sulla possibilità di una seconda ondata: “A 27 giorni dal 4 maggio e a 13 giorni dal 18 maggio non c’è nessun segno del ritorno di fiamma della pandemia, che molti paventavano o addirittura davano per scontato”. Quindi “continua in Italia la ritirata di Covid-19.  Cala ancora il numero totale dei ricoverati in terapia intensiva per Covid-19 da 450 a 435, quindi di altre 15 unità, e siamo ora al 10,67% del valore di picco. Scende anche il numero dei ricoveri ospedalieri totali (da 6.680 a 6.387, quindi di ben 293 unità), mentre i casi attivi totali scendono da 43.691 a 42.075, quindi di altre 1.616 unità”. E sul tema della stagionalità del virus il professore cita il grande Ippocrate, proprio lui, il medico del famoso «giuramento»: “scriveva che parecchie malattie infettive risultano più comuni durante certe stagioni dell’anno, e sappiamo tutti molto bene che le malattie infettive respiratorie sono più comuni d’inverno che d’estate. Molti mi chiedono: ma lei Prof dice che COVID-19 è una malattia stagionale? Se fai questa domanda a Stan Perelman e Ralph Baric, che stanno ai Coronavirus come Pelè e Maradona stanno al calcio, ti rispondono ridendo: “Of course this disease is going to be seasonal”. Ma se senti certi esperti da bar, che sanno di Coronavirus come io so di ingegneria spaziale, trovi affermazioni strane, come se ci fosse una specie di strano “negazionismo” della stagionalità, che francamente mi lascia perplesso.”

Lo scienziato mette in evidenza anche l’altra faccia della medaglia della stagionalità: c’è infatti la concreta possibilità che l’infezione ritorni a fine autunno-inizio inverno e si rimetta a causare infezioni più severe di oggi perché legate a inoculi con cariche virali più elevate. “Ma anche se il virus tornasse a dicembre, cosa probabile ma non sicura – sottolinea Silvestri – stavolta lo accoglieremo con un tridente potente di monitoraggio, preparazione e migliori terapie, in modo tale che mai si ripetano i disastri del marzo 2020”.

com.unica, 1 giugno 2020