Altre 109 persone sono guarite dal coronavirus in Italia. Parte dal dato positivo Angelo Borrelli, capo della protezione civile, che oggi pomeriggio, affiancato dal Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Brusaferro, nella consueta conferenza stampa ha aggiornato i numeri dell’epidemia in Italia. I guariti, dunque, in totale sono 523I deceduti oggi sono 49: 37 in Lombardia, 7 in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 2 in Piemonte e uno nel Lazio. La loro età, ha precisato Borrelli, andava da 62 a 95 anni. Tutte persone “che avevano una fragilità e diverse patologie”.

I contagiati, in totale, in Italia sono attualmente 3916: di questi 1060 sono in isolamento domiciliare, 2394 sono ricoverati con sintomi e 462 in terapia intensiva. Complessivamente il totale dei guariti è pari all’11,28% del totale dei contagiati; mentre i deceduti rappresentano il 4,25% del totale. Borrelli ha quindi citato la “valutazione da parte dell’Oms che ha ricordato come il nostro paese stia reagendo energicamente all’epidemia e che ha messo in campo misure di contenimento adeguate”. Parole che, per il capo della protezione civile, rappresentano un riconoscimento “all’attività che stiamo facendo di contenimento su tutto il territorio”.

Brusaferro, dal canto suo, ha citato lo studio pubblicato oggi dall’ISS sulle caratteristiche delle persone che sono decedute, persone, ha voluto ricordare, “in più dell’80% dei casi”, avevano “due o più patologie”, la cui età media era di 81 anni. Per Brusaferro “c’è un elemento importante da sottolineare” riguardo al dato sulla mortalità in rapporto all’età: se si scorpora il dato del 4,25% “si scopre che nelle varie fasce di età la mortalità una volta stratificata è più bassa rispetto ad altri contesti con dati paragonabili” e di questo va “dato merito al nostro servizio sanitario nazionale e ai nostri operatori, professionisti che voglio ancora una volta ringraziare per il lavoro preziosissimo, infaticabile che giorno dopo giorno, ora dopo ora, stanno garantendo”. Medici che, così come tutto il personale sanitario, finiscono anche loro in quarantena: “in circa 250 – ha detto Brusaferro – tra il personale sanitario che è stato esposto come contatto stretto”.

Ieri, intanto, il Consiglio dei Ministri di ieri sera ha disposto l’assunzione di 20 mila nuovi addetti unità nella sanità, di cui cinquemila medici, diecimila infermieri e cinquemila operatori socio sanitari e il potenziamento del 50% delle aree dedicate alla terapia intensiva. Nel provvedimento vengono accorpate quindi sia le restrizioni per gli uffici giudiziari, che scatteranno dal 23 marzo dopo 15 giorni di “sospensione feriale”, sia quelle per mandare rinforzi nelle corsie degli ospedali, in prima linea per contrastare l’epidemia. Si è deciso inoltre, come riporta il Sole 24 Ore, di centralizzare gli acquisti di materiale sanitario: sarà la Consip a provvedere agli approvvigionamenti che dovranno poi essere consegnati alle regioni: già domani scadrà la prima richiesta d’offerta per la fornitura di 5 mila impianti di respirazione per le terapie intensive e sub intensive, per i quali sono a disposizione 185 milioni.

Dando uno sguardo al resto d’Europa si osserva un aumento consistente dei casi, come rileva oggi il Corriere della Sera: Berlino scavalca Parigi (670 casi a 613), ma ogni governo adotta politiche diverse. Il numero di tamponi in alcuni casi rimane basso, ma c’è già allarme per la tenuta dei sistemi sanitari. Sulle scuole per ora poche chiusure: in Francia la maggior parte ha riguardato la zona centro-orientale, quella più colpita dal virus. Dei casi positivi riscontrati in Francia sono 9 i morti e 12 i guariti (al 6 marzo). Rispetto al giorno precedente i nuovi casi sono 138, il che indica un aumento molto pronunciato rispetto all’inizio della crisi. Le persone ricoverate in rianimazione, giovedì 5 marzo, erano 23. In Germania il primo caso riconosciuto risale al 28 gennaio scorso e si è verificato in Baviera nella provincia di Starnberg. Ma probabilmente già prima, secondo la lettera di un gruppo di medici tedeschi pubblicata sul New England Journal of Medicine, un uomo tedesco di 33 anni originario di Kaufering, sarebbe stato il primo europeo a infettarsi, entrando in contatto con la dipendente cinese dell’azienda per cui lavora, la Webasto. Nel Regno Unito sono 163 (30 diagnosticati nelle ultime 24 ore) e una sola vittima. In Spagna sono stati registrati al 6 marzo 386 casi, in aumento costante, tra positivi ospedalizzati, morti e guariti in 17 regioni (indenni finora l’enclave di Ceuta e Melilla in Marocco). Otto le vittime accertate. 

com.unica, 7 marzo 2020