In una Roma blindata è atterrato il presidente cinese Xi Jinping, che resterà in Italia fino al 24 marzo. Oggi incontrerà il presidente Mattarella, che auspica l’intensificazione dei rapporti economici Italia-Cina: “Il partenariato è costruito su fondamenta solide” (Repubblica). “Nel rapporto bilaterale, tra Italia e Cina, c’è molto più che un’espansione delle relazioni economiche, commerciali e politiche: Italia e Cina sono – e si percepiscono a vicenda – sul piano culturale come due grandi portatori di antiche civiltà, il cui patrimonio artistico suscita ammirazione in tutto il mondo” ha affermato il presidente della Repubblica incontrando i giornalisti cinesi alla vigilia dell’arrivo a Roma del presidente della Repubblica Popolare Cinese, nel 15° anniversario dello stabilimento di un partenariato strategico globale tra i due Paesi.

Sabato è attesa la firma del memorandum d’intesa per l’iniziativa Belt and Road. L’Italia spera di aumentare di sette miliardi di euro l’ammontare dell’export verso la Cina (Reuters). Per il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, invece, il legame è un errore: “Con la scusa di esportare il made in Italy non si può cedere sovranità ai cinesi” (Ansa). “Il 5G – ha aggiunto – è un errore gravissimo darlo ai cinesi, questo non significa non avere buone relazioni”, i cinesi “fanno i loro interessi” e “noi non facciamo i nostri”.

Non si sa ancora esattamente cosa contenga il memorandum of undertanding sulla “Belt and Road Initiative” (BRI), ma è lecito pensare che con la Cina l’interesse dell’Italia sia quello di creare un rapporto di cooperazione. Non si tratterebbe quindi di una “scelta di campo”, minimizzano alcuni osservatori, che sottolineano come possa diventare l’occasione per incrementare lo sviluppo del nostro paese, a partire dal Mezzogiorno. “Le nostre imprese – fanno notare gli economisti Mario Lettieri e Paolo Raimondi (Aise) – dovrebbero poter partecipare ai grandi investimenti in tutti i Paesi lungo il corridoio eurasiatico, almeno tanto quanto già fanno la Germania, la Francia e la Gran Bretagna. L’Italia, inoltre, potrebbe diventare il motore del coinvolgimento dell’intera Ue nel progetto, per far valere l’interesse comune e la visione europea”.

Sullo sfondo c’è anche la dichiarazione congiunta che l’Unione europea ha inviato a Pechino per il summit Ue-Cina del prossimo 9 aprile, e che sarà discussa giovedì nel vertice di Bruxelles tra i leader europei, proprio mentre il presidente cinese Xi Jinping atterra in Italia. La bozza è parte di un negoziato ampio tra Bruxelles e Pechino su commercio, clima, investimenti, e costituisce l’offerta negoziale dell’Ue alla quale la controparte cinese dovrà rispondere (Il Foglio). A Pechino avranno molto da lavorare: il documento, che arriva una settimana dopo la revisione da parte della Commissione europea della strategia nei confronti della Cina in cui si definiva Pechino come un “rivale sistemico”, è molto assertivo su molti nodi centrali dei rapporti tra le due economie, ed è tarato all’insegna della reciprocità.

com.unica, 22 marzo 2019