Ha preso il via venerdì scorso, 22 febbraio, il Festival Espressionismo, l’omaggio della Città di Torino al movimento artistico che, a partire dai primi anni del XX secolo, influenzò tutti i linguaggi artistici, a cominciare dalla pittura e dalla musica. Promosso dalla Città e da Sistema Musica, l’associazione che riunisce diversi enti musicali di Torino, questo Festival rappresenta il quarto capitolo di un percorso multidisciplinare nato nel 2016 da un’idea di Gaston Fournier-Facio.

La manifestazione in programma sino al 29 marzo conferma – come per le passate rassegne monografiche di successo dedicate a Vivaldi, Casella e Strauss – la sinergia tra alcune delle principali realtà culturali torinesi (e non solo), coinvolgendo una ventina di istituzioni: l’Accademia Stefano Tempia di Torino, l’Accademia di Musica di Pinerolo, Arianna per la musica, le associazioni ABNUT, Antidogma Musica, Baretti e Concertante Progetto Arte&Musica, le Biblioteche Civiche Torinesi, la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, il Centro Studi sul Teatro Musicale, il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, la De Sono Associazione per la Musica, il Goethe-Institut Turin, InPoetica – Festival trasversale delle arti di Alba, l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, il Museo Nazionale del Cinema, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra da Camera “Giovanni Battista Polledro”, l’Orchestra Filarmonica di Torino, il Teatro Regio e l’Unione Musicale.

“Obiettivo della nostra Amministrazione”, ha spiegato l’assessore alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon, “è sollecitare le istituzioni a lavorare insieme e, in quest’ottica, il Festival sull’Espressionismo rappresenta una forma virtuosa di collaborazione che permette di riportare all’attenzione del pubblico la complessità e la ricchezza di un periodo storico tra i più interessanti del ‘900. Concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli e incontri si intrecciano dunque in un percorso affascinante che saprà attrarre certamente l’attenzione degli amanti della musica più esigenti e di quelli più curiosi, sollecitando l’interesse anche di chi apprezza l’espressionismo nelle altre arti”. 

L’edizione 2019, come le precedenti, presenta un palinsesto che, raggruppando in modo organico i molti appuntamenti, dà vita a un cartellone monografico di concerti, proiezioni, spettacoli musicali e incontri di approfondimento, molti dei quali a ingresso libero. Sono diversi i compositori che hanno dato il loro contributo alla poetica espressionista, in Germania e nel resto d’Europa. In musica tutto è partito dalla “seconda Scuola di Vienna”, con Schonberg, Berg e Webern, presenti nel Festival con numerosi brani liederistici e strumentali. Oltre ai concerti, il programma prevede anche una retrospettiva dedicata al cinema tedesco degli anni Dieci e Venti – che testimonia le tappe fondamentali nello sviluppo dell’estetica e del linguaggio del mezzo, allora agli albori, con il superamento del naturalismo delle origini attraverso l’irrealismo del decor e della recitazione – e alcuni incontri che si focalizzano sul rapporto dell’arte musicale con quella figurativa e con la poesia, oltre a evidenziare il contributo italiano all’Espressionismo. Tutto il Festival sarà accompagnato in maniera originale da una pagina Facebook curata dal Centro Studi sul Teatro Musicale dell’Università degli Studi di Torino.

PROGRAMMA
L’inaugurazione si è tenuta il 22 febbraio, con il concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Aziz Shokhakimov e l’esecuzione di Pelleas und Melisande di Schonberg. L’opera, pur essendo ancora considerata un lavoro dall’estetica tardoromantica, rappresenta già, in modo assai più che embrionale, la nascita del rivoluzionario linguaggio musicale che porterà ai capolavori dell’Espressionismo. Il programma del concerto, realizzato nell’ambito della serie Rai NuovaMusica, ha contemplato anche Verwandlung III di Wolfgang Rihm e il Concerto per flauto e orchestra di Goffredo Petrassi, solista Giampaolo Pretto.
Sabato 23, nella Sala 3 del Cinema Massimo, è stato proiettato “Il gabinetto del dottor Caligari” (Germania, 1919 – 80’), per la regia di Robert Wiene. Il giorno successivo è stata la volta di “Nosferatu il vampiro” (Germania, 1921 – 106’) di Friedrich Wilhelm Murnau. 
Il 24 febbraio, inoltre, il Teatro Vittoria ha ospitato “Viaggio al termine delle note. Lo sguardo rosso dell’Espressionismo”, uno spettacolo-concerto sotto forma di indagine a cura di InPoetica – Festival trasversale delle arti. Un percorso ispirato alla figura cardine di Arnold Schonberg, testimone intimo e decisivo di un approccio che esalta fino a esasperare il lato emotivo della realtà, allontanandosi dalla percezione oggettiva. Il “viaggio” è stato condotto dagli storyteller Alessandra Morra e Fabriano Fabbri, cui si sono intrecciate le letture di Tiziano Scarpa e Cristiano Godano. Le sonorizzazioni di Giorgio Li Calzi hanno contribuito all’idea con contaminazioni di musica jazz ed elettronica, giustapposte alla celeberrima “Verklarte Nacht” di Schonberg eseguita da un ensemble di archi.
Lunedì 25 febbraio, il CineTeatro Baretti ha presentato la proiezione video dell’opera di Alban Berg “Lulu”, nell’allestimento realizzato dal Festival di Salisburgo, sotto la direzione di Marc Albrecht. Nel complesso personaggio di Lulu, enigmatica immagine di bellezza e di morte, si condensa l’onnipotenza distruttrice e rigeneratrice dell’erotismo femminile. In serata, al Cinema Massimo, il film “Destino” (Germania, 1921 – 114’) di Fritz Lang. 
Nel pomeriggio del 26 sono stati proiettati “Lo studente di Praga” (Germania, 1913 – 85’) di Hanns Heinz Ewers, Stellan Rye e Paul Wegener e a seguire “Ombre ammonitrici” (Germania, 1923 – 84’) di Arthur Robison. Domani, 27 febbraio, sarà invece la volta de “Il Golem” (Germania, 1920 – 73’) di Paul Wegener e “Genuine” (Germania, 1920 – 80’) di Robert Wiene. 
Sempre il 26, alle 21, la Chiesa dell’Oratorio di San Filippo Neri è stata il palcoscenico del concerto “Le amicizie di lontano. Schonberg e Korngold: contrapposti in patria, amici nell’esilio americano”. Presi a paradigma di due differenti modi di sviluppare l’eredità di Brahms e in generale del romanticismo tedesco, nei brani in programma si confrontano la straordinaria eleganza tardoromantica di Korngold e la moderna interiorità sentimentale di Schonberg. 
Doppio appuntamento giovedì 28 al Teatro Vittoria. Un incontro, alle 16.30, e un concerto liederistico, alle 20.30, focalizzano l’attenzione sul rapporto tra musica, arte e poesia nella Germania del primo decennio del Novecento sotto il titolo “Der blaue Reiter e la musica del movimento espressionista”. Gli interventi del pomeriggio indagano il clima culturale segnato dall’avanguardia figurativa del Blauer Reiter in cui maturò la stagione dell’Espressionismo musicale e più diffusamente i rapporti fra musica e testo poetico. Le note introduttive di Ernesto Napolitano al concerto serale schiudono invece un angolo visuale ampio sulla produzione della Seconda Scuola di Vienna. 
Il 1° marzo, alle 21, il Conservatorio “Giuseppe Verdi” presenterà il concerto “L’alba dell’Espressionismo”. Il programma è dedicato alle prime opere di due pilastri del movimento, Alban Berg e Anton Webern, eseguite dai giovani musicisti del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino.
Due i concerti in programma il 6 marzo. All’Auditorium Vivaldi, alle 17, si potrà assistere al concerto del Duo Teste Dure (soprano e pianoforte) “Un urlo in cerca di una bocca. Radici, pianta e frutti dell’Espressionismo”, accompagnato da proiezioni di immagini. Alle 21, al Conservatorio “Giuseppe Verdi”, il concerto dell’Unione Musicale “Espressionismi e non” vedrà Emanuele Arciuli, pianista tra i più celebrati e versatili in ambito contemporaneo, mettere a confronto musiche di tradizione tedesca e francese.
Domenica 10 marzo, alle 17, all’Accademia di Musica di Pinerolo ci sarà il concerto del Delian Quartett con Gabriele Carcano al pianoforte, dal titolo “Espressionismo tedesco tra rivoluzioni e nostalgia”. Le atmosfere elusive e rarefatte di Webern si scontrano con l’espressività intensa e lacerata di Schonberg e di Šostakovic, tutti messi al cospetto con l’eredita di Brahms. 
Martedì 12 marzo l’Auditorium Vivaldi ospiterà, alle 17, l’incontro “Der gelbe Klang. Sinestesie suono-colore nella poetica espressionista”, una conferenza sulle sinergie tra linguaggio pittorico e linguaggio musicale con ascolti e videoproiezioni a cura di Cristina Santarelli. 
Il 14 marzo, alle 16, alla Biblioteca civica musicale Andrea Della Corte si terrà la conferenza a cura di Maria Cristina Riffero “L’opera proibita. Lo scandalo della Favola del figlio cambiato di Gian Francesco Malipiero e Luigi Pirandello”. 
Lunedi 18 marzo, alle 14.30, il CineTeatro Baretti presenterà l’opera in video “Die Vogel”, composta a cavallo della Prima guerra mondiale da Walter Braunfels e tratta da Gli uccelli di Aristofane; qui è presentata nella produzione della Los Angeles Opera diretta da James Conlon. Sempre il 18 marzo, alle 20.30, al Conservatorio “Giuseppe Verdi” si terrà il concerto “Brahms il progressivo”: un confronto tra la Vienna di Brahms e quella del periodo espressionista di Schonberg, Berg e Webern, tutti e quattro presenti in veste di compositori o arrangiatori. Il titolo richiama un celebre saggio di Schonberg in cui il compositore austriaco indicava proprio in Brahms uno dei suoi modelli artistici e culturali. 
Martedì 19 marzo, alle 21, presso il Teatro Vittoria, l’Accademia Stefano Tempia di Torino, in collaborazione con l’Associazione Antidogma Musica, presenterà il concerto “Vienna fin de siecle. Tra fine Ottocento ed Espressionismo”, sotto la direzione di Claudio Fenoglio. Un accostamento provocatorio che mette in collegamento Lehar e Johann Strauss con alcuni dei compositori più rivoluzionari del Novecento storico: un legame sottile ma inequivocabile che riunisce autori di affascinanti operette viennesi alle figure emblematiche dell’Espressionismo in musica.
Martedì 26 marzo, alle 21, il Conservatorio Giuseppe Verdi ospiterà il concerto “Serenità” dell’Orchestra Filarmonica di Torino diretta per l’occasione da Alexander Mayer. La rara e divertita Spielmusik di Paul Hindemith fa da controcanto al secondo “Concerto per corno e orchestra” di Richard Strauss; in chiusura l’Ottava di Beethoven.
Venerdì 29 marzo, alle 20.30, il Teatro Regio presenterà il concerto “Viaggio in orchestra” diretto da Andrea Albertin. L’Espressionismo in musica ebbe tra i suoi ambiti di ricerca privilegiati il colore del suono, in un’ideale sinestesia con l’arte pittorica. Una ricerca, quella timbrica, che interessa il linguaggio musicale prima e dopo la seconda Scuola di Vienna, dal gigante Wagner (rappresentato dal Preludio dei Maestri cantori di Norimberga) a Bartok, che con il suo Concerto per orchestra mette in risalto tutti gli strumenti.

Il programma nel dettaglio e disponibile su www.comune.torino.it/festivalespressionismo

com.unica, 28 febbraio 2019