Oggi, giovedì 7 febbraio, alle ore 18, in Palazzo Firenze Roma, sede centrale della Società Dante Alighieri, si terrà la presentazione del libro di Enrico Vaime Licio Di Biase Il Mio Flaiano. Un satiro malinconico (Aliberti ed.). Assieme agli autori intervengono Stanislao de Marsanich, presidente de I Parchi Letterari, e Giacinto De Caro, giornalista Radio Rai. 

“I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume”, scriveva Flaiano. E per Vaime “Fellini non sarebbe diventato Fellini senza Flaiano. Diciamo che la grandezza di Fellini era nella sua capacità di rendere popolare la genialità di Flaiano”. Ennio Flaiano ha caratterizzato da protagonista la cultura della seconda metà del Novecento italiano. Nato a Pescara, trasferito in gioventù a Roma, si è ben presto distinto nei giornali più importanti della Capitale. Dal mondo dei giornali il passo a quello della Dolce Vita fu breve. A partire dal film omonimo, ha firmato le sceneggiature dei più importanti film di Federico Fellini. Nonostante la frequentazione del mondo del cinema, è sempre rimasto un uomo proverbialmente schivo, riservato, di un’intelligenza unica e affilatissima, acuto osservatore della realtà degli anni Cinquanta e Sessanta, in cui con i suoi aforismi dava giudizi taglienti e spesso definitivi.

Enrico Vaime fu stretto collaboratore di Flaiano in gioventù. In questo libro-intervista con Licio Di Biase, studioso della storia di Pescara e dei suoi personaggi, ripercorre la vita di questo atipico, indimenticabile personaggio della cultura italiana regalandoci un ritratto inedito e ricco di preziose notazioni. “Allora, sopra a Fregene passavano gli aerei che atterravano a Fiumicino, passavano proprio sopra lo stabilimento dove stavamo noi; e lui guardava l’orologio, non guardava in alto, non guardava l’aereo che stava passando, si guardava l’orologio e diceva: “Qantas”, che era la compagnia di navigazione e tu guardavi e ci azzeccava davvero, conosceva gli orari degli aerei e questa era una sua maniera per andare lontano in qualche modo anche con il gioco, con lo scherzo”. L’evento è promosso anche dal Parco Letterario Gabriele d’Annunzio di Anversa degli Abruzzi (AQ).


Enrico Vaime (Perugia, 1936) è uno dei padri del varietà televisivo italiano (da Canzonissima a Quelli della domenica, da Tante scuse e Risatissima) e teatrale, in ditta artistica con Italo Terzoli (per Garinei e Giovannini hanno scritto Felicibumta, Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina e altri successi). Conduttore dal 1978 del programma radiofonico “Black Out” (Radio 2 Rai) e ospite fisso di Coffee Break fino al 2013, su La7 ha condotto Anni Luce, Omnibus Weekend. Ha al suo attivo numerosi libri, dal primo fortunatissimo Amare significa… Storia d’amore all’italiana con Terzoli, ai best seller più recenti Quando la rucola non c’era, Era ormai domani, quasi, I cretini non sono più quelli di una volta, Cin cin. Bere troppo fa male. Non bere per niente, a volte, fa peggio, Il meglio è passato. Il senso della storia e il senso del ridicolo e Gli amori finiscono non preoccupatevi.

Licio Di Biase, laureato in Storia all’Università G. D’Annunzio di Chieti, si è dedicato alla ricostruzione della storia di Pescara, pubblicando vari libri e saggi tra cui La Grande Storia-Pescara e Castellamare dalle origini al XX secolo (2010). È autore, inoltre, de L’era della balena. La storia della DC abruzzese dal dopoguerra al 1992 (2003), Giuseppe Spataro. Una vita per la democrazia (2006), Remo Gaspari. La politica come servizio (2012), L’Onorevole d’Annunzio (2013). Ha pubblicato, inoltre, tre romanzi storici aggiudicandosi una decina di Premi letterari. 

com.unica, 7 febbraio 2019