La Guardia costiera libica ha bloccato altri 137 profughi che avevano appena lasciato le coste del Paese. Riportati a riva, i migranti sono destinati alla detenzione. Il Parlamento di Tobruk, l’autorità politica alternativa a quella riconosciuta di al Sarraj, ha definito l’accordo con l’Italia una “aggressione alla sovranità del Paese”, minacciando ripercussioni per le nostre navi (HuffPost).

Intanto il governo si divide sul trasbordo di 127 migranti avvenuto due giorni fa in acque internazionali da una nave di Medici Senza Frontiere, che non ha firmato il codice di condotta delle Ong e con alcuni operatori che sarebbero già indagati, a due unità della Guardia costiera. Il ministro dell’Interno Minniti è critico rispetto all’operazione, ma è il ministero dei Trasporti Delrio a essere competente sulle operazioni in mare. Un chiarimento è atteso al Consiglio dei ministri di oggi, con Gentiloni contrario alla chiusura dei porti (Corriere). Dallo staff del premier si fa sapere che Paolo Gentiloni non ha ancora preso una decisione: “il codice sulle Ong voluto dal Viminale e votato dal Parlamento al momento non autorizza quello che chiedono le opposizioni e che lo stesso ministro dell’Interno conosce benissimo. Non ci sono soluzioni facili a problemi molto complessi”.

(com.unica, 7 agosto 2017)