Premio Strega, il trionfo di Paolo Cognetti con “Le otto montagne”
Con il romanzo Le otto montagne pubblicato da Einaudi Paolo Cognetti ha conquistato a Villa Giulia, a Roma, la 71esima edizione del Premio Strega. Lo scrittore milanese (ma valdostano di adozione) ha ottenuto 208 voti e ha vinto con un distacco molto netto nei confronti di Teresa Ciabatti, seconda classificata con La mia amata (Mondadori) che ha ottenuto 119 voti. Terzo posto a Wanda Marasco con La compagnia delle anime finte (Neri Pozza) – 87 voti, quindi Matteo Nucci, autore di È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) con 79 voti e Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni) – 52 voti.
Nato nel 1978, il vincitore dello Strega ha cominciato a scrivere a diciotto anni. Nel 2004 ha esordito come narratore all’interno dell’antologia per Minimum Fax La qualità dell’aria, curata da Nicola Lagioia e Christian Raimo. Successivamente ha pubblicato due raccolte di racconti Manuale per ragazze di successo nel 2004, Una cosa piccola che sta per esplodere nel 2007 e il romanzo composto da una serie di racconti Sofia si veste sempre di nero del 2012. Le otto montagne, pubblicato l’8 novembre 2016 si è già aggiudicato il premio Strega Giovani, assegnatogli da una giuria di studenti. Il libro racconta la storia di Pietro, un ragazzino di città solitario e un po’ scontroso, del suo rapporto con i genitori, con il suo amico Bruno e, soprattutto, con la montagna – l’autore sul palco dello Strega avverte: «”natura” è una parola che usano le persone di città». La montagna, nella sua scarna bellezza, dura e selvaggia, segna l’anima per sempre, lascia l’impronta in chi vi è nato e in chi l’ha amata. Diventa una categoria dello spirito e, anche quando la si lascia in cerca di un altrove più conveniente, non ci si può mai staccare veramente da essa. Basta un suono, un profumo, e si è risucchiati. È questo che capita ai personaggi del romanzo, che non riescono a farne a meno, e vanno e ritornano, senza mai lasciarla veramente.
Cognetti ha dedicato la vittoria alla montagna, “perché è un posto abbandonato, dimenticato e distrutto, in molti casi dalla città, e io mi sono votato a cercare di raccontarlo. Ho cercato di fare il portavoce, il tramite tra la montagna, la pianura e la città, che sembrano lontanissimi. E io provo a raccontare quelle storie per chi non le conosce e vive troppo lontano, e cerco in qualche modo di salvare il mondo in cui vivo”, aggiungendo che essere arrivati qui “è la realizzazione di un sogno, e il sogno era non tanto di vincere un premio, quanto di fare lo scrittore e vivere del mio lavoro e ci sono riuscito”. “Mi ricordo Pavese, Ginzburg, Morante e un sacco di maestri che hanno vinto questo premio e mi sento piccolissimo in confronto – ha detto Cognetti subito dopo la proclamazione del risultato – e mi sento un’enorme responsabilità sulle spalle per cercare di essere degno di far parte di questa storia e di dire delle cose buone per i lettori”. Ha poi aggiunto: “attorno a questo libro si sono raccolte tante forze diverse, dai lettori agli intellettuali. E il libro è arrivato a 100 mila copie e siamo tradotti in 33 paesi all’estero. Diventerà anche un film. Ha comprato i diritti Wild Side e mi piacerebbe collaborare alla sceneggiatura”.
Il premio Strega ha avuto una giuria allargata di 660 votanti: ai 400 Amici della Domenica e ai 40 lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane associate all’ALI, si sono aggiunti 200 intellettuali e studiosi italiani e stranieri scelti da 20 istituti italiani di cultura all’estero e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e biblioteche, non ha riservato particolari sorprese rispetto alle previsioni della vigilia.
Tra i tavoli del Ninfeo erano presenti, tra gli altri, Paolo Mieli, Enrico Selva Coddè, amministratore delegato Mondadori Libri, Giuseppe laterza, Elido Fazi, Serena Dandini, Daria Bignardi, Lidia Ravera, il presidente del Centro per il Libro Romano Montroni, il direttore editoriale di Neri Pozza,Giuseppe Russo e il presidente del Gruppo Gems, Stefano Mauri. Teresa Ciabatti, che inizialmente sembrava avere con sé i favori del pronostico ha detto alle telecamere di Rai 3 che ha ripreso in diretta la cerimonia: “è una bellissima serata ma speriamo finisca presto”. “Non si può non essere emozionati” ha affermato la Marasco per la quale “il terzo posto è già una vittoria”. E si augurava di risalire più in alto Nucci, come è accaduto, “certo, non il primo”. Rollo è felice, tra l’altro, “di aver portato in cinquina il suo piccolo editore, Manni”.
(com.unica, 7 luglio 2017)