La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse americani per la terza volta dall’inizio della crisi economica del 2008. Un rialzo di un quarto di punto, in un range tra lo 0,75% e l’1%, incoraggiato dal calo della disoccupazione e dalla crescita dell’inflazione (Nyt). È l’inizio di una nuova fase economica, scrive il Wsj. Questo non comporta alcuna accelerazione nella politica monetaria: la banca centrale Usa mantiene in programma altri due aumenti “graduali” nel corso del 2017. La decisione non rappresenta un cambio di passo, ha sottolineato la presidente Janet Yellen (Bloomberg).

L’aumento dei tassi riflette i progressi dell’economia: ”ci stiamo avvicinando agli obiettivi del nostro duplice mandato”, ovvero la massima occupazione e un’inflazione al 2%. ”L’aumento dei tassi e’ appropriato alla luce dei progressi dell’economia. La politica monetaria resta accomodante” afferma Yellen, ribadendo come la Fed ritiene che attendere troppo a lungo per alzare il costo del denaro potrebbe costringere ad aumentare successivamente i tassi in modo piu’ veloce. ”Attendere troppo potrebbe richiederci di aumentare poi i tassi velocemente, con rischi per i mercati finanziari e per l’economia che potrebbe scivolare in recessione”.

Wall Street ha incrementato i guadagni dopo la notizia, mentre il dollaro ha perso terreno. Il Dow Jones sale dello 0,46% a 20.932,09 punti, il Nasdaq avanza dello 0,63% a 5.893,57 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,38% a 2.374,38 punti.

(com.unica, 16 marzo 2017)