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Il 26 gennaio 2008 moriva, a soli 50anni compiuti, Christian Devi Brando il primo degli undici figli riconosciuti di Marlon Brando, il più talentuoso interprete cinematografico americano detentore dell’invidiabile titolo di attore più pagato di ogni tempo. Marlon Brando affermò in un’intervista che “la recitazione è mentire per vivere… tutti siete attori, perché siete tutti bugiardi.” Ma egli non recitò e non mentì per il sentimento che nutriva per questo suo disgraziatissimo figlio Christian, nato dal suo primo matrimonio con l’attrice Anna Kashfi, una donna bellissima che distrusse la sua vita e quella della sua famiglia ingurgitando litri e litri di alcool che la ridussero in uno stato depressivo perenne.

Christian patì fin dall’infanzia i continui stati turbolenti e incontrollabili della madre che sotto l’effetto dell’alcool trascinava il figlio in una esistenza priva di affetti con il padre sempre lontano impegnato sui vari set cinematografici. E sempre lui il piccolo Christian fu materia di una lunghissima contesa giudiziaria per il suo affidamento per poi essere rapito su incarico della madre da due giovani hippie che abuseranno di lui anche sessualmente. Quando il padre Marlon lo riotterrà pagando fior di quattrini a investigatori privati riabbraccerà un giovane ferito mortalmente nel fisico e nella mente dedito all’uso di sostanze stupefacenti e con seri problemi di disturbi mentali. Sarà anche questa la causa che lo porterà ad uccidere il fidanzato della sorellastra Cheyenne sparandogli un con un colpo di pistola.

Al processo il padre Marlon parlò per un’ora in favore del figlio commuovendo i giudici e dicendo, fra l’altro: “Ho fallito come padre. Sono pronto per le conseguenze.” Christian pagherà con una condanna a 10 anni di carcere mentre Cheyenne si suiciderà impiccandosi nel giorno di Pasqua. Sarà anche per la stampa italiana la “maledizione dei Brando”, un padre ricco e potente maledettamente possessivo e a suo modo pieno di amore per questi figli. Christian Brando morirà nel vano tentativo di liberarsi dalla tossicodipendenza il 26 gennaio 2008 per una polmonite fulminante.

(Franco Seccia/com.unica, 26 gennaio 2017)