Alla vigilia dell’incontro dei grandi della finanza tra le montagne del Wyoming, duello a distanza tra Draghi e il presidente della Bundesbank Weidmann

Da oggi a sabato tra le montagne di Jackson Hole, nel Wyoming, si incontra il gotha della finanza globale. Attesi per domani gli interventi del capo della Fed Janet Yellen e di quello della Bce di Mario Draghi (Milano Finanza). Ci si aspetta che i banchieri centrali diano risposte alle preoccupazioni circa la stabilità finanziaria (Ft). In vista del summit, ieri le Borse europee hanno chiuso in calo (Repubblica), mentre il dollaro è arretrato.

Alla vigilia del vertice, Draghi dalla Germania ha difeso il Quantitative easing, sottolineando l’efficacia della politica monetaria dei tassi zero (La Stampa). Intervenendo a Lindau, in Germania, alla riunione dei primi Nobel, il banchiere centrale, in un discorso tutto dedicato all’interdipendenza tra la ricerca economica e le politiche concrete, ha inquadrato il tema delle sfide per la politica monetaria in una prospettiva storica. “Quando il mondo cambia come ha fatto dieci anni fa”, ha detto il numero uno della Bce riferendosi all’ultima crisi economica internazionale, “le politiche, specialmente la politica monetaria, devono essere adattate. Tale adattamento, mai facile, richiede valutazioni senza pregiudizi sulla nuova realtà con sguardo libero, non gravato dalla difesa di paradigmi precedentemente osservati e che hanno perso ogni potere esplicativo”. “Un gran numero di ricerche empiriche ha dimostrato il successo” delle politiche di Qe “a sostegno dell’economia e dell’inflazione, sia nell’area dell’euro sia negli Stati Uniti”, ha osservato il presidente della Bce, aggiungendo che “le azioni politiche intraprese negli ultimi dieci anni nella politica monetaria e nella vigilanza hanno reso il mondo più resiliente. Ma dobbiamo continuare a prepararci a nuove sfide”.

Per il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, però, non c’è bisogno di prolungare il Qe oltre il 2017 (Sole24Ore). Weidmann specifica che si dovrebbe immaginare un’ «uscita veloce» dal Qe. «Sono dell’opinione che il sentiero indicato dalle stime ci porti al nostro obiettivo per lo sviluppo dell’inflazione». Il presidente della Bundesbank ammette che, nel rapporto delle stime di giugno, venga dato come presupposto uno stimolo proveniente dalla politica monetaria, ma aggiunge che la politica della Bce potrebbe essere espansiva anche in assenza del programma di acquisto.

(com.unica, 24 agosto 2017)