Assenti i maggiori interessati: israeliani e palestinesi. Netanyahu: “conferenza truccata dai palestinesi”.

Oltre settanta Paesi oggi si riuniscono a Parigi per una conferenza internazionale che si prefigge come obiettivo quello di provare a rilanciare il processo di pace israelo-palestinese. Si tratta in altri termini di riaffermare l’impegno della comunità internazionale in favore della soluzione a due Stati. Sarà l’ultimo appuntamento per John Kerry da segretario di Stato americano, ma i principali interessati israeliani e palestinesi saranno assenti.

Il primo ministro israeliano Netanyahu ha declinato l’invito e descritto l’appuntamento come una “conferenza truccata dai palestinesi con auspicio dei francesi per adottare ulteriori posizioni anti-israeliane”. La reazione del Paese arriva dopo che gli Stati Uniti non hanno fatto ricorso al loro potere di veto per bloccare la risoluzione ONU contro gli insediamenti israeliani (Times of Israel). Abbas invece incontrerà lunedì il presidente francese Hollande .

L’avvocato e scrittore Gilles Williame Goldnadel, presidente dell’associazione Francia-Israele, denuncia il “partito preso” della comunità internazionale su questo tema e scrive su Le Figaro: “La conferenza allontana la pace”. La pace tra israeliani e palestinesi – prosegue – “non richiede conferenze magniloquenti con decine di partecipanti che terminano con dichiarazioni prive di senso. Per promuovere la pace, le nazioni del mondo devono dire ai palestinesi quella che è una verità ovvia: che la pace si può raggiungere solo attraverso il riconoscimento di Israele come stato del popolo ebraico e che l’unico modo arrivare a questo obiettivo resta la trattativa diretta”. Se le nazioni del mondo intendono davvero promuovere la pace – aggiunge  Goldnadel – “dovrebbero inviare un messaggio chiaro e inequivocabile ad Abbas: stop alla violenza e alla terrorismo, non continuare a promuovere espressioni di odio, e smettere di educare i bambini palestinesi a uccidere gli ebrei. Insegnate loro che Israele esiste, e che le relazioni pacifiche con Israele devono essere il fondamento di un futuro Stato palestinese.”

(com.unica, 15 gennaio 2017)