In India il 14 gennaio si celebra il Festival degli Aquiloni, il più importante festival induista, festeggiato in ogni regione dello stato indiano in modi diversi.

È la festa del Makara Sankranti, che segna l’inizio della stagione primaverile, il giorno in cui il sole entra nella costellazione del Capricorno. Le giornate si allungano e le temperature diventano più miti. È una festa che unisce tutti, senza distinzione di età, etnìa e religione. Ogni famiglia salirà sui tetti, sui terrazzi o scenderà in giardino e in cortile e si impegnerà a far volare il suo aquilone.

Gli aquiloni sono molto importanti per gli Indiani, è uno dei passatempi preferiti e una fonte di reddito per numerose famiglie. In molte città infatti, in ogni quartiere ci sono bazar specializzati nella vendita di aquiloni. Gli aquiloni, patang, sono di forma semplice, solitamente triangolare, costruiti con materiali economici, carta e bambù, ma garantiscono elevata manovrabilità e grandi prestazioni in volo, qualità indispensabili durante le gare che si terranno il giorno del festival. Per permettere all’aquilone di librarsi in volo occorrono molti metri di filo avvolto in una spola. Il filo solitamente è trattato con una pasta speciale, spesso lavorata con polvere di vetro, che rende il filo tagliente: infatti il gioco consiste proprio nel tagliare in volo il filo degli aquiloni avversari e restare in cielo il più a lungo possibile. Durante la gara sono tre le persone che si occupano di un aquilone: uno tiene la spola con il filo, uno fa volare l’aquilone e il terzo lo recupera se cade. Far volare un aquilone richiede istinto e concentrazione, è quasi un’arte. Durante la notte i cieli si riempiono di aquiloni illuminati, accesi come se fossero lanterne, che vengono lasciati volare creando suggestivi scenari di luce. In questo giorno i devoti si recano al tempio per pregare per la protezione della comunità contro le forze del male e fanno dei lunghi bagni purificatori nei fiumi. Laddoo – tipici pasticcini di farina di ceci – dolcetti di sesamo, burro chiarificato e patate dolci sono distribuiti a parenti e amici. Il giorno precedente il Makara Sankranti la gente scarta le cose vecchie e inutilizzate e si concentra sulle nuove cose, che portano il cambiamento e la trasformazione. All’alba, le persone accendono un falò con pezzi di legno e vecchi mobili che non servono più. L’eliminazione delle cose vecchie e inutilizzate simboleggia tutte le vecchie abitudini, i vizi, l’attaccamento alle relazioni e alle cose materiali che vengono sacrificate al fuoco della conoscenza di Rudra, la divinità vedica più antica della religione induista – deva della tempesta, della caccia, della morte, del vento – noto come il “Rudra Gita Gyana Yagna“. Rappresenta realizzazione, trasformazione e purificazione dell’anima attraverso l’assorbimento delle virtù divine.

Vengono preparati e distribuiti dolci in quantità generose. È il momento per le famiglie di riunirsi. I datori di lavoro offrono doni, cibo, vestiti e denaro per i loro dipendenti. Le persone indossano abiti nuovi e fanno offerte di cibo tradizionale per gli antenati. Realizzano anche meravigliosi disegni e ornamenti a terra con il gesso o farina, chiamati Ranguli, davanti alle loro case. Questi disegni sono decorati con fiori, colori e piccoli impasti di sterco di mucca pressato a mano. Il giorno dopo Makara Sankranti viene festeggiato il regno animale, i contadini mettono in mostra il loro bestiame, soprattutto le mucche, che vengono decorate per l’occasione e che sono simbolo di prosperità. Le ragazze danno da mangiare agli animali, ai pesci e agli uccelli in segno di condivisione del cibo. La gente non mangia nessun tipo di carne o di pesce nei primi tre giorni del festival e lo fanno solo il quarto giorno, il giorno di Mukkanuma. Durante il festival, al volo degli aquiloni si affiancano dimostrazioni di yoga e di danza.

Secondo il poema epico Mahabharata, Bhishma, potente arciere, che aveva il potere di controllare la propria morte, scelse di morire il giorno della Makara Sankranti, durante la battaglia di Kurukshetra. Pertanto, si ritiene che chi muore in questo giorno possa raggiungere Moksha, la liberazione dal ciclo delle rinascite.

In questi giorni di festa gli aquiloni e il cielo sono i protagonisti assoluti e non esistono più le distanze geografiche, i conflitti o le differenze sociali, religiose, sessuali. La suprema bellezza del cielo, attraversato da molteplici e coloratissimi aquiloni in volo.

(Nadia Loreti, 14 gennaio 2017)