Per la prima volta due donne sono state decapitate da jihadisti dello Stato Islamico. Le esecuzioni pubbliche sono avvenute in Siria, a Deyr az Zor e Al Mayadin, al confine con l’Iraq, e l’accusa è quella di “stregoneria” .

In entrambi i casi le donne erano state condannate a morte, e sempre in entrambi i casi sono stati uccisi anche i rispettivi mariti. Il Sole 24 ore analizza poi il pericolo che la Siria dei jihadisti costituisce per Israele, il cui esercito dal confine tiene la situazione a stretto controllo.

Una minaccia, quella dell’Isis, che pur costituendo un ulteriore pericolo nell’accerchiamento israeliano, non verrebbe percepita come la più grave secondo fonti dell’intelligence, preceduta da Iran (dichiaratamente nemico e dotato della forza per una mobilitazione militare di larga scala), Hezbollah e Hamas.

(com.unica, 1 luglio 2014)