Il presidente ucraino in un’intervista al Wall Street Journal torna anche sulla richiesta dei sistemi antimissili Patriot, necessari per una superiorità nei cieli

Intervistato ieri da Emma Tucker, caporedattrice del Wall Street Journal, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha annunciato che l’esercito è pronto a lanciare la controffensiva, che sarà portata avanti da circa 60 mila uomini. “Crediamo fermamente che avremo successo”, ha dichiarato, affermando comunque di non sapere quanto tempo occorrerà e quale sarà il costo, specie in assenza di un’adeguata difesa aerea. Il leader ucraino ha riconosciuto la superiorità aerea russa.

Zelensky ha ribadito inoltre l’importanza di poter avere a disposizione i caccia da combattimento. “Tutti sanno che qualsiasi tipo di controffensiva, senza una superiorità nei cieli, è molto pericolosa. Immaginate i sentimenti di un soldato che sa di non avere un ’tetto’ sopra di lui e non capisce perché, invece, i Paesi vicini ne hanno uno. Tutti dovrebbero capire l’importanza di proteggere i cieli. Non capisco quale sia il vero problema con i caccia moderni”, ha detto. La richiesta riguarda in particolare i sistemi antimissile Patriot: “L’unica arma al mondo che può fermare certi tipi di attacchi, che oggi colpiscono scuole, ospedali, infrastrutture e centrali energetiche in Ucraina, è il Patriot”, ha detto.

Il presidente ucraino ha chiesto che i suoi alleati vedano il presidente russo, Vladimir Putin, “come un animale messo all’angolo, che ha paura di perdere la vita. Deve avere paura della forza del mondo”. Le sue “costanti minacce sulle armi nucleari, in stile Unione sovietica”, secondo Zelensky sono “i segni di un uomo debole. Lui capisce il potere: se vogliamo isolare la Federazione russa, bisogna farlo con forza, usando il potere”.

Nell’intervista hanno tenuto banco anche le elezioni presidenziali che si terranno negli Stati uniti a novembre 2024: “Voglio che la guerra finisca il prima possibile, e questo a prescindere dalle amministrazioni degli Stati Uniti”, ha detto, aggiungendo però che “Biden ci ha aiutato più di Trump”. Un’eventuale rielezione di Donald Trump negli Usa potrebbe comportare secondo Selensky delle incognite riguardo al supporto fornito da Washington a Kiev, Anche se “devo riconoscere che durante il mandato di Trump non c’era una vera e propria guerra e non so come lui avrebbe reagito”. Zelensky ha comunque commentato alcune dichiarazioni di Donald Trump: “Non l’ho capito quando ha affermato ‘in 24 ore porterei Putin e Zelensky a un tavolo di trattative’. Avrebbe potuto farlo, già durante la sua presidenza i nostri territori erano occupati. Ma non è successo”.

Zelensky infine si è soffermato sul ruolo della Cina. La Cina, che non ha condannato l’invasione della Russia e ha incolpato gli Stati Uniti e i suoi alleati per la guerra, ha cercato di inserirsi nella diplomazia finalizzata alla pace. L’Ucraina ha affermato di essere pronta ad ascoltare le opinioni della Cina, ma non accetterà alcuna proposta che comporti la cessione del territorio. Zelensky ha detto di aver esortato il presidente cinese Xi Jinping in una telefonata di aprile a non fornire alla Russia armi o altre tecnologie, e Xi lo ha rassicurato che la Cina non stava fornendo armi alla Russia. “La Cina è più grande e più potente della Russia e potrebbe svolgere un ruolo importante nel portare la pace”, ha ribadito Zelensky. “Non vorrei che un paese del genere restasse a guardare la gente morire”, ha detto. “Se sei grande, questo è ciò che significa grandezza nazionale. Questo non è un dipinto o un museo; è una guerra vera e sanguinosa”.

com.unica, 4 giugno 2023

*La foto in alto è un frame video tratta dall’intervista al WSJ