Come potrebbe cambiare ora il social network. C’è da fidarsi di un imprenditore allergico alle regole?

Alla fine Elon Musk ha vinto la sua battaglia per l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari dopo che il social network aveva abbandonato la sua opposizione all’offerta dell’uomo più ricco del mondo. Il consiglio di amministrazione di Twitter ha confermato che l’offerta di 54,20 di dollari per azione di Musk è stata accettata all’unanimità, 11 giorni dopo il suo primo annuncio. Da Twitter hanno fatto sapere che l’accordo dovrebbe concludersi entro quest’anno, ma che sarà comunque necessaria l’approvazione degli azionisti e dell’autorità di regolamentazione.

“La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante e Twitter è la piazza della città digitale in cui si dibattono questioni vitali per il futuro dell’umanità”, ha affermato Musk. “Voglio anche migliorare il prodotto con nuove funzionalità, rendendo gli algoritmi open source per aumentare la fiducia, sconfiggendo i bot spam e autenticando tutti gli esseri umani. Twitter ha un enorme potenziale: non vedo l’ora di lavorare con l’azienda e la comunità di utenti per sbloccarlo.” Bret Taylor, presidente di Twitter, ha affermato che l’accordo è stato il migliore possibile per gli azionisti della società, nonostante sia stato valutato ben al di sotto del prezzo delle sue azioni per gran parte dello scorso anno.

Un parere favorevole è arrivato anche dal fondatore di Twitter, Jack Dorsey, il quale ha affermato che “la strada è quella giusta”. Ha scritto inoltre che nonostante non ritenga che Twitter debba essere di proprietà di una sola persona, “Elon è l’unica soluzione di cui mi fido, così come mi fido della sua missione di estendere la luce della consapevolezza” qualunque cosa intenda. Secondo Dorsey è giusto l’obiettivo di Musk di rendere Twitter più inclusiva e trasparente, come anticipato nel comunicato stampa con cui lunedì ha annunciato l’imminente acquisto della società.

Ora non resta che chiedersi in che modo cambierà Twitter. Sul Corriere della Sera di oggi Massimo Gaggi si chiede se il miliardario così ideologicamente liberista e libertario, allergico alle regole, che ha già detto di voler rivoluzionare la piattaforma, eliminando ogni limite all’accesso sulla base di un’interpretazione radicale del free speech,  renderà davvero la piattaforma più simile alle sue premesse e promesse fondative, quella di essere “l’ala più favorevole alla libera espressione del partito della libera espressione”?

Alcune considerazioni di grande interesse sul futuro di Twitter sono state svolte sulla rivista americana “Atlantic”, in particolare dall’analista Charlie Warzel, che prospetta alcuni scenari possibili. Tra questi ne individua uno molto cupo, con la piattaforma gestita come strumento politico per promuovere programmi di estrema destra e per punire quelli che Musk definisce “liberal avvelenati nel cervello”. Ma l’esito più probabile è – secondo Warzel – quello di un progressivo degrado che possa accelerare all’improvviso, in cui “«si vedano più molestie mirate alle donne, alle persone di colore e alle comunità LGBTQIA”. Immagina una “direttiva organizzativa” che esautori di fatto i team di Trust and Safety — i moderatori di Twitter — e renda molto più complicato colpire gli account che ne violano le regole. “L’attenzione di Twitter nel dare priorità alle ‘conversazioni sane’ non sarà solo attenuata, ma apertamente derisa come una sorta di sogno irrealizzabile”. Una cosa è certa, ed è stato lo stesso Musk a ribadirla di recente: l’inserimento nella piattaforma di un nuovo algoritmo in grado di facilitare le interazioni e i conflitti tra le idee. Il 22 aprile ha scritto proprio su Twitter: “La politica di una piattaforma è buona se scontenterà il 10% della sinistra più estrema e della destra più estrema”.

com.unica, 27 aprile 2022