Dal 7 al 16 agosto a Berchidda (Ss) e in altri centri del nord Sardegna

È un appuntamento che si rinnova dal 1988, uno degli eventi di spicco dell’estate jazzistica: dal 7 al 16 agosto è tempo di Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda (SS), e negli altri centri e località del nord Sardegna che aderiscono alla manifestazione, giunta alla sua edizione numero trentacinqueArzachenaBanari, BortigiadasBuddusò, BudoniConsorzio Puntaldia, Loiri Porto San PaoloLuogosantoMoresOschiriPorto RotondoSan TeodoroTelti, Tempio Pausania e Tula.

La musica, come sempre, tiene banco con una fitta scaletta di appuntamenti giornalieri, dal mattino alla notte fonda, ambientati in luoghi e scenari sempre diversi: chiesette di campagna, paesaggi marini, borghi, e la piazza centrale di BerchiddaPiazza del Popolo, teatro delle cinque serate in programma dall’11 a Ferragosto. Tra i nomi di spicco in cartellone, la cantante maliana Oumou Sangaré, il sassofonista americano Archie Shepp, autentica icona del jazz degli ultimi sessant’anni, il trombettista norvegese Mathias Eick e l’israeliano Avishai Cohen con il gruppo Big Vicious, e, tra gli italiani, ToscaGegè TelesforoJoe Barbieri, il sassofonista Stefano Di Battista con il suo omaggio a Ennio Morricone. E, accanto al ricco programma musicale, il consueto, ampio ventaglio di varie altre attività: presentazioni di libri e novità editoriali, laboratori per bambini, mostre, e la consueta rassegna di film e documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu.

“Rainbow” è il titolo che connota quest’anno il festival, con un riferimento alla pace e alla drammatica attualità, ma anche e soprattutto al tema della diversità: «Il jazz nasce dalle diversità» sottolinea Paolo Fresu: «Non ci fossero state le migrazioni verso le Americhe dei primi del secolo scorso non si sarebbe creato quel crogiuolo di razze che ha dato vita a uno stile musicale che ha rivoluzionato e arricchito il Novecento». E, richiamando l’articolo 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”) e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”): «Abbiamo deciso di dedicare a questo tema l’edizione numero trentacinque del festival Internazionale Time in Jazz. Lo raffiguriamo graficamente con i meravigliosi colori del Rainbow, l’arcobaleno multietnico che rappresenta quella bandiera libertaria dell’identità di gǝnǝrǝ oggi anche simbolo di pace e di fratellanza».

  • Il cartellone musicale

Tante le presenze femminili sotto l’arcobaleno di Time in Jazz numero trentacinque: a partire da Tosca, artista eclettica, cantante e attrice con un’innata propensione per la ricerca e la sperimentazione. Sarà lei la protagonista di uno degli eventi più attesi di ogni edizione del festival: il concerto in omaggio a Fabrizio De André in quella che è stata la dimora del cantautore genovese a L’Agnatanei pressi di Tempio Pausaniamartedì 9 agosto alle 18.
 
Violinista, compositrice, improvvisatrice che si muove tra jazz, rock, world-music, avanguardia e sperimentazione, Anais Drago (vincitrice del referendum Top jazz della rivista Musica Jazz 2021 nella categoria “nuove proposte”) sarà invece di scena in “Solitudo”, come si intitola il suo nuovo album, il 13 (alle 18) alla Chiesa di Madonna di Castro nelle campagne di Oschiri.
 
As Madalenas è il duo formato da Cristina Renzetti e Tati Valle, tra le più attive interpreti di musica brasiliana in Italia: “Todas as coisas” è il loro nuovo live che attinge al repertorio dei due album pubblicati, “Madeleine” e “Vai, menina”, insieme ad alcuni brani inediti proposti in anteprima che faranno parte del prossimo lavoro discografico: l’11 agosto (ore 11) alla Pineta di Sant’Anna, a Budoni.
 
Alla testa del suo quartetto, la contrabbassista e compositrice romana Federica Michisanti (Top jazz nel 2018 e 2020 in categorie diverse e premio SIAE 2019), proporrà – il 10 agosto (alle 11) nella chiesa di San Bachisio a Telti – una scaletta di sue composizioni originali, connotate da un carattere “cameristico”, intervallate da improvvisazioni estemporanee. È fatto invece di suono puro ed elettronica, scrittura e improvvisazione il jazz contemporaneo dell’arpista sarda Marcella Carboni, in concerto l’11 agosto alle 18 a Porto Taverna, la frazione di Loiri Porto San Paolo, con il suo trio con Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria, nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale.
 
OoopopoiooO è un duo trasversale, non inquadrabile in alcun genere, nato nel 2012 dall’incontro tra Valeria Sturba e Vincenzo Vasi. Oltre al theremin, strumento di cui sono considerati entrambi virtuosi e massimi esponenti, nel parco giochi sonoro dei due si trova di tutto: violino, basso elettrico, tastierine, minisynth, giocattoli, pezzi di cartone, maiali di gomma, percussioni, rullanti, voci suggestive, suadenti, terrificanti. Ogni concerto degli OoopopoiooO – come quello in programma il 10 agosto alle 18 al Castello di Baldu nei pressi di Luogosanto – è così un’esperienza di suoni e visioni, in cui è facile perdersi in atmosfere oniriche e lasciarsi cullare da suoni impalpabili, ma anche farsi trasportare dal ritmo e dalla leggerezza delle canzoni.
 
Suoni ancestrali delle origini e fili intrecciati di tradizioni ed esplorazioni in un repertorio di canti recuperati dalla memoria di due persone che collaborano nella musica come nella vita: si presenta così il progetto “A Song Has a Thousand Years” della cantante e compositrice Camilla Battaglia con la contrabbassista Rosa Brunello, in agenda il 12 agosto (alle 18) nella chiesa di Santa Reparata a Buddusò.
 
Un’altra contrabbassista, Caterina Palazzi (migliore compositrice italiana ai Jazzit Award del 2010) guida la band Sudoku Killer, nata a Roma nel 2007 intorno a un gruppo di musicisti provenienti da esperienze artistiche affini, che spaziano dal jazz al rock alla musica sperimentale. Tre gli album all’attivo del quartetto che il pubblico di Time in Jazz potrà seguire la sera del 10 agosto (alle 21.30) ad Arzachena, nella cornice granitica di Li Conchi.
 
Un percorso tra canzoni originali e melodie tratte dai più diversi periodi della storia della musica: dal Laudario di Cortona a Bon Iver, da Claudio Monteverdi a Joni Mitchell, cantate e rielaborate immergendole in un sound fatto di pochi elementi musicali e molte voci: così il set in solo della cantautrice milanese Simona Severini, il 12 agosto (alle 11) a Bortigiadas, nella chiesa della Santa Trinità.
 
È un progetto basato sullʼimportanza e sulla scelta del suono il trio Nerovivo della batterista e cantante Evita Polidoro, di scena il 13 mattina (alle 11) a Tula, nella chiesa di Nostra Signora di Coros: “Nerovivo è quello che mi passa per la testa”, dice: “Nerovivo è il contrasto continuo nel vivermi la vita: Nero i giorni dispari e Vivo i giorni pari”.
 
Vincitrice del prestigioso Premio “Massimo Urbani” nel 2020, Sophia Tomelleri è la giovane sassofonista milanese in concerto il 14 agosto (ore 11) alla chiesa di San Giovanni a Mores. Il suo quartetto concilia con gusto le tradizionali sonorità della musica afroamericana con composizioni originali ispirate al jazz moderno e contemporaneo.
 
Nasce dall’idea di unire il jazz più tradizionale con la musica africana il progetto Uhuru Wetu, omaggio a Bob Marley in programma il 14 pomeriggio (ore 18) a Banari. Partendo dall’esplorazione della figura del più importante musicista reggae, la cantante Connie Valentini e il contrabbassista Camillo Pace, con Achille Succi al sax e Alfredo Laviano alle percussioni, condurranno il pubblico in un viaggio attraverso i suoni e le atmosfere del continente africano, cercando un filo che unisca la musica, la cultura e l’idea di libertà e contaminazione fra tutti i popoli.
 
E proprio dall’Africa arriva la protagonista del concerto di Ferragosto (ore 21.30) con cui tradizionalmente cala il sipario sul palco di Piazza del Popolo: la maliana Oumou Sangaré, considerata una delle più grandi e influenti cantanti africane, anche impegnata nel campo economico e dell’azione sociale, soprattutto a sostegno dell’emancipazione femminile. A Berchidda arriverà reduce dalla recente pubblicazione del suo ultimo album, “Timbuktu” (in uscita prevista il 29 aprile).
 
Altre voci nel cartellone del trentacinquesimo Time in Jazz, a partire da quella di Gegè Telesforo, jazz vocalist, musicista, produttore, compositore, ma anche giornalista, autore, personaggio radiofonico e televisivo, Ambasciatore UNICEF. GeGé Telesforo ha attraversato quarant’anni di storia della radio e della televisione con garbo, leggerezza e coerente amore per la sua passione di sempre: il jazz vissuto con la massima professionalità congiunta ad allegria, ritmo e piacevolezza. E si annuncia un concerto speciale, elegante, carico di passione e di valori umani ed artistici quello che terrà col suo quintetto la sera dell’8 agosto (ore 21.30) a Puntaldia, sulla costa nord-orientale.
 
Difficile trovare un termine per definire l’arte ed esplorare tutte le sfumature della ricerca musicale, letteraria, linguistica, sonora di Joe Barbieri, altra voce nel vasto cast del festival. Non solo perché l’artista napoletano porta in sé riferimenti alla canzone d’autore della migliore scuola italiana e francese, come anche al jazz o alla bossa nova, ma perché ogni sua canzone è un universo compiuto, in cui la cura per i dettagli racconta la spontanea predisposizione alla bellezza, come potrà testimoniare il pubblico del suo concerto in programma il 9 agosto (ore 21.30) al Teatro all’aperto “Mario Ceroli” di Porto Rotondo.
 
Oltre a Oumou Sangaré, altri tre grandi artisti internazionali sono attesi questa estate a sul palco di piazza del Popolo a Berchidda: il trombettista israeliano Avishai Cohen con il gruppo Big Vicious e il suo collega di strumento norvegese Mathias Eick in quintetto; e poi, un’autentica icona del jazz, Archie Shepp: sassofonista, cantante, compositore, cantautore, poeta e drammaturgo, ottantacinque primavere a maggio, paladino del movimento d’avanguardia del Free Jazz negli anni sessanta/settanta, è stato però in grado di calarsi nel jazz mainstream, restando però fedele alla sua estetica. Tecnica e sensibilità gli consentono di integrare i variegati elementi che ha ereditato dai grandi maestri del sax tenore, da Ben Webster a John Coltrane, nel suo personale modo di suonare: “il selvaggio graffio dei suoi attacchi, il suo suono imponente, scolpito da un vibrato controllato in tutte le estensioni, le sue frasi portate fino a restare senza respiro, i suoi improvvisi cambi di livello, l’intensità dei suoi tempi, ma anche la tenerezza vellutata intessuta in una ballad”, come ha osservato lo scrittore e critico Francis Marmande. Riflettori puntati su Archie Shepp in quartetto sabato 13 agosto alle 21.30.
 
Rimandato alla vigilia della scorsa edizione per via dell’applicazione delle norme relative all’emergenza pandemica emanate dal Ministero della Salute israeliano, approda finalmente a Time in Jazz, per inaugurare l’11 agosto (alle 21.30) la serie di concerti in programma sul palco di Piazza del Popolo, Avishai Cohen con il gruppo Big Vicious che ha varato sei anni fa, dopo essersi ritrasferito dagli Stati Uniti nella sua terra natale. Le trame dell’elettronica, della musica ambient e della psichedelia, groove e ritmi del rock, pop, trip-hop e altro ancora, in un approccio aperto che va dai Massive Attack a Beethoven, fanno parte della miscela sonora della band del trombettista israeliano. Registrato nell’agosto 2019, l’album di debutto di Big Vicious è stato pubblicato due anni fa in marzo dalla ECM.
 
Classe 1979, Mathias Eick è considerato da tempo uno dei maggiori talenti del jazz, tra i solisti più immediatamente riconoscibili emersi dalla scena jazz norvegese. Polistrumentista (suona anche vibrafono, contrabbasso, chitarra e tastiere), col suono della sua tromba e le sue composizioni fortemente melodiche ha ottenuto un riscontro positivo in tutto il mondo firmando nel 2008 “The Door”, il primo dei suoi cinque album da leader per la ECM: uscito l’anno scorso, “When we leave” è il più recente, e traccerà le coordinate del concerto con il suo quintetto in Piazza del Popolo la sera del 14 agosto (ore 21.30).
 
Sullo stesso palco, la sera prima (venerdì 12, sempre alle 21.30), uno nomi di primissimo piano del jazz italiano, Stefano Di Battista. A Berchidda in quartetto il sassofonista romano presenterà le musiche di “Morricone Stories”, il suo disco omaggio (pubblicato un anno fa ad aprile) al grande compositore e Premio Oscar al quale era legato da una sincera amicizia e da diverse collaborazioni. Un matrimonio perfetto tra jazz e una selezione tra le oltre cinquecento colonne sonore morriconiane: da film come “C’era una volta in America”, “Il buono, il brutto e il cattivo”, “The Mission” e “Veruschka” fino a “Flora”, brano che il Maestro scrisse proprio a Di Battista.
 
Fa riferimento al cinema anche il trombettista pugliese Vincenzo Deluci, artista speciale che ha saputo riprendere il suo cammino nella musica e con la musica dopo il grave incidente che da diciotto anni lo costringe su una carrozzina. Si intitola infatti “Cinema per le orecchie” il set che proporrà la mattina di Ferragosto alle 11.30 davanti alla chiesetta di Santa Caterina, nella campagna di Berchidda. Composizioni originali, suoni vocali, meccanici, mutuati dalla natura e dalla storia, orchestrati e trasformati nelle macchine dal vivo con gli strumenti delle nuove tecnologie, come “cortocircuito” fra suono modulato/manipolato live o costruito, in cui pubblico e performer sono immersi allo stesso modo, libero di chiudere gli occhi e sentire le note nel profondo e di perdersi nella musica.

Paese della musica, Berchidda mette in vetrina al festival anche le sue eccellenze in questo campo: la Banda Musicale “Bernardo De Muro” con i suoi cento e otto anni di storia, palestra per lo stesso Paolo Fresu; la Funky Jazz Orkestra, prima funky street band della Sardegna, capitanata da Antonio MeloniGiovanni “Nanni” Gaias, batterista, polistrumentista, compositore e arrangiatore, classe 1996, una delle rivelazioni recenti della scena musicale isolana, anche lui in passato membro della Banda e della Funky. Il 12 agosto alle 23 si ritroveranno sul palco di Piazza del Popolo per riproporre il progetto “Sa banda, sa musica, sa festa” che ha debuttato lo scorso dicembre a Sassari, dopo le sessioni di lavoro dello scorso autunno sotto la guida di due direttori di caratura nazionale: il pianista, compositore e arrangiatore Corrado Guarino, e il sassofonista Dario Cecchini, fondatore e leader dei Funk Off, la prima funky marching band italiana, entrambi attesi anche nella replica del concerto, reso ancora più speciale dalla partecipazione straordinaria di Paolo Fresu.
 
E al trombettista berchiddese spetterà il compito, come ormai da tradizione, di suggellare anche questa edizione di Time in Jazz nello scenario lagunare della peschiera di San Teodoro. Ad affiancarlo e duettare con Fresu, il 16 agosto alle 18, una delle musiciste di punta del jazz nazionale, Rita Marcotulli. L’intimità della sua musica, la sua grande profondità, i suoi arrangiamenti delicati, capaci di sottolineare la singola nota ed amplificarne la carica emotiva, permettono alla pianista romana di spaziare e cercare incroci con altre forme artistiche, in particolare con il cinema, come attestano il premio Ciak d’Oro, I Nastri d’Argento e il David di Donatello ricevuti nel 2010 per la sua colonna sonora per il film di Rocco Papaleo “Basilicata Coast to Coast”.
 
Altri impegni per la Funky Jazz Orkestra che oltre a sfilare per le strade di Berchidda con le sue street parade, il 9 agosto sarà a bordo del traghetto della Corsica Ferries–Sardinia Ferries in viaggio da Livorno (partenza alle 16) al porto sardo di Golfo Aranci (arrivo alle 22.30), per l’immancabile traversata marittima in musica che Time in Jazz prop0ne per il diciassettesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della compagnia delle navi gialle.
 
Altri impegni anche per Nanni Gaiasche dopo il successo delle scorse edizioni curerà per il terzo anno Time After Time, l’appuntamento dopo-concerto nella piazzetta adiacente il palco centrale in Piazza del Popolo: dall’11 al 14, il suo trio con Giuseppe Spanu alla chitarra e Pier Piras al basso, farà da resident band tutte le sere, da mezzanotte in poi, con un ospite di volta in volta diverso: il cantante, chitarrista e songwriter sardo-burundese Zamua con il suo originale intreccio tra folk e soul-jazz (l’11 agosto); il sassofonista Dario Cecchini, leader e fondatore dei Funkoff, con il pianista Roberto De Nittis (il 12); Bluem, ovvero la giovane cantautrice e producer sarda Chiara Floris con il suo electro-pop (il 13); e il cantante, polistrumentista e produttore neosoul romano Ainé (all’anagrafe Arnaldo Santoro; il 14).
 
A inaugurare il lato musicale del festival sarà anche quest’anno il FestivalBar curato da Luca Devito e Michele Pinna, la vetrina di formazioni e solisti sardi e in arrivo dalla Penisolaospitati dai bar berchiddesi, trasformati per l’occasione in piccoli club di musica all’aperto. Ampio, e colorato, l’arcobaleno dei protagonisti: apre la serie, il 7 agosto, al Bar Centrale (ore 22), il romano Bonny Jack (al secolo Matteo Senese): chitarra, voce, grancassa e rullante per un viaggio fra blues, country e folk. La sera dopo (8 agosto, ore 22) il Muretto Cafè ospita invece il duo Light Chili dei calabresi Domenico e Fabrizio Canale, rispettivamente padre e figlio: voci, armoniche, violino per un viaggio musicale nel blues più sincero attraverso le sue mille sfaccettature. Istrionici e coinvolgenti gli italo-canari Loop ‘n Loompa sono un trio Italo-Canario formato nel 2013 che percorre le strade spagnole e non solo, riempiendole di note e ironia: di scena il 9 agosto al Bar K2 intorno alla mezzanotte con il loro folk scanzonato a base di chitarre, cajón, voci e loop station; stesso orario di inizio il 10 al Jolly Cafè per The Di Maggio Connection, power trio che mixa con energia e tecnica strumentale R’n’R, rockabilly, surf, rock, country e swing. Tre chitarre, stompbox e cembalo al piede sono l’armamentario del progetto solista del sardo Patrick Atzori che riprende in chiave acustica i suoi pezzi inediti oltre a brani country, rockabilly, rock’n’roll ’50s e blues: l’11 agosto al Café Rosé (alle 20). Una chitarra solista ma con incursioni nell’elettronica colora il cantautorato contemporaneo del calabrese Strangis: il 12 al Jazz Pub (alle 20). Il 13 (sempre alle 20), alla Pizzeria da Ivan è il turno del trio Aesthetics Waves, guidato dal trombettista berchiddese Fabrizio Fresu, che arrangia i classici del jazz in chiave funk e drum ‘n’ bass. Chiude la serie di ospiti del FestivalBar, e ultimo atto del trentacinquesimo Time in Jazz, la surf music del quintetto bolognese Unkle Kook: 16 agosto (alle 23) al Bar della Piazza.

  • Time to Children

Oltre alla musica dal vivo, come sempre a Time in Jazz, tanti altri appuntamenti e attività caratterizzeranno anche la prossima edizione. Uno spazio rilevante viene dedicato all’educazione musicale dei bambini con l’ampliamento del progetto Time to Children, curato dalla violinista e didatta Sonia Peana, patrocinato dall’associazione Il Jazz va a Scuola e sviluppato da Time in Jazz con il sostegno del Banco di Sardegna. Dal 9 al 16 agosto, negli spazi di “Sa colte ‘e s’ Oltijiu”, accanto a Sa Casara (l’ex caseificio oggi sede dell’associazione Time in Jazz), bambini, ragazzi e adulti saranno accompagnati, attraverso spettacoli, laboratori, flashmob e mostre, alla scoperta della musica jazz e popolare, degli strumenti musicali, della multisensorialità, della musica come condivisione, e tanto altro, insieme ad alcuni dei protagonisti del festival, come il vocalist Gegè Telesforoil batterista/polistrumentista Nanni Gaias, l’arpista sarda Marcella Carboni, la cantante Cristina Renzetti, il chitarrista Reno Brandoni e, a ferragosto, l’immancabile appuntamento con l’attore Giancarlo Biffi e i racconti di Gufo Rosmarino alla chiesa di Santa Caterina, nelle campagne di Berchidda.

Come già lo scorso anno, tutti gli eventi di Time to Children saranno trasmessi in radio attraverso il canale della parrocchia, nel progetto “S’aradio de minores e mannos”, che crea un ponte ideale tra generazioni e dando l’opportunità a sos mannos (gli anziani) di Berchidda di partecipare a distanza a ciò che sos minores (i ragazzi) produrranno durante le giornate di Time to Children.
 

  • Libri, cinema, mostre

Immancabile anche l’appuntamento con Time to Read, la serie di incontri con i libri e i loro autori, che a Berchidda, negli spazi di Sa Casara, quest’anno vedranno protagonisti, tra gli altri, Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia e parlamentare, atteso l’11 agosto alle 19 con la sua raccolta di poesie “Patrie” (Il Saggiatore 2021), e Roberto Cotroneo, giornalista, scrittore e critico letterario con “Chet” (Neri Pozza 2022), il suo omaggio al genio ribelle del jazz (il 13, sempre alle 19). Come sempre a Time in Jazz, la giornata di Ferragosto si trascorre all’ombra degli alberi che contornano le chiesette di Santa Caterina e San Michele. In questa, alle 17, Attilio Mastino parlerà del libro postumo di Paolo Pillonca, il giornalista e intellettuale sardo scomparso quattro anni fa: “O bella Musa, ove sei tu? Viaggio nel mistero della gara poetica“, un saggio sulla poesia improvvisata, la sua storia e la cultura isolana in evoluzione. Un prologo perfetto per la tradizionale gara poetica in limba sul tema del festival, in programma alle 18, con Bruno AgusDionigi Bitti e l’accompagnamento dei tenores di Ulà Tirso. Il 16 al Museo del Vino – Enoteca regionale, Reno Brandoni presenta invece “Paolino” (Edizioni Curci, in uscita a maggio), il suo libro ispirato alla vita di Paolo Fresu, che dialogherà con l’autore alle 11.30. A seguire e a chiudere le presentazioni editoriali, “Time in Jazz Diary 2021” (Postcard 2022), che rievoca la scorsa edizione del festival attraverso l’obiettivo del fotografo Gianfranco Mura.
 
Si apre alle suggestioni legate al tema “Rainbow”, nelle sue varie declinazioni, anche la rassegna di film e documentari a cura del regista Gianfranco Cabiddu, in programma dall’11 al 15 agosto: si comincia col tema tristemente attuale trattato nel documentario Guerra e Pace (Istituto Luce, 2021), scritto e diretto da Martina Parenti e Massimo D’Anolfi, che racconta l’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra. L’arcobaleno della musica come simbolo di unione nella diversità è al centro di “Storie di musica” (2022), il documentario del regista algherese Paolo Marras che ha seguito la genesi del progetto “Sa banda, sa musica, sa festa”. Trentacinque anni di Time in Jazz, attraverso il suo archivio filmico fatto di migliaia di nastri, saranno raccontati in TIJ 35 anni – Archives – Making in progress “Berchidda in Jazz” un film documentario, ancora in corso di realizzazione, di cui si potrà vedere un ampio estratto: attraverso un lavoro a sei mani, Gianfranco Cabiddu insieme a Michele Mellara e Alessandro Rossi, puntano a estrarre un distillato filmico in grado di rendere sapida e avvincente la storia del festival, in un’unione che accomuna i tre registi nell’amore per la Sardegna, il jazz e il forte rapporto amicale e professionale con Paolo Fresu (produzione di Ilaria Malagutti per Mammuth film & Associazione Culturale Time in Jazz). Il tema sempre attuale dei diritti civili è invece al centro di “Let’s Kiss – Storia di una rivoluzione gentile, diretto da Filippo Vendemmiati (Genoma Films, 2021), una ricostruzione di anni di lotte di Franco Grillini, storico attivista per i diritti LGBT, che sarà anche protagonista di un incontro in programma la mattina di Ferragosto nella chiesa campestre di San Michele, nella campagna poco fuori dal paese. A concludere la rassegna, per rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita, la proiezione del suo “Che cosa sono le nuvole?” (1967) con le celebri interpretazioni di Totò e Ninetto Davoli.
 
Le arti visive troveranno il consueto spazio anche in questa edizione del festival con le opere della Collezione di Arte contemporanea CasArt, nata nel 1997 in seno al progetto PAV (Progetto Arti Visive) grazie al generoso contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative del Festival. CasArt documenta gli esiti della ricerca e della sperimentazione artistica e creativa in Sardegna comprendendo anche opere di artisti nazionali e internazionali. Alla Casara saranno allestite anche alcune mostre temporanee, come “Time to Time 2021″, il racconto per immagini della passata edizione del festival, con i suoi volti, le sue emozioni e le sue suggestioni immortalate dagli obiettivi di Gianfranco Mura e Roberto Sanna.
 
A completare e arricchire il programma contribuiranno infine vari incontri e degustazioni di prodotti dell’enogastronomia locale e le consuete iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale raccolte sotto l’insegna Green Jazz – Life Green Festival Time in Jazz fa parte di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili, prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali che hanno a cuore la causa Green.

com.unica, 26 aprile 2022