“Non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quel che i popoli d’Europa sono stati capaci di costruire e realizzare in questi sette decenni in termini di collaborazione, di pace, di ricerca di obiettivi comuni nel nome dell’umanità”. Da Norcia, terra di san Benedetto, “punto di riferimento” per l’Europa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato il suo messaggio per l’unità di tutti nel ricercare la pace.
Mattarella si è recato questa mattina a Norcia per rinnovare il sostegno, la vicinanza e la solidarietà alle persone colpite dal terremoto del 2016. Al suo arrivo, il presidente ha incontrato alcune famiglie che vivono ancora nelle soluzioni abitative in emergenza e assistito alla cerimonia di accensione della fiaccola di San Benedetto, alla presenza delle autorità civili e religiose.
“Questo territorio – Norcia, l’Umbria, l’area del cratere – reca i segni delle lacerazioni che il terremoto ha provocato. Presenta anche segni di ripresa”, ha osservato il Presidente, dicendosi “lieto di avere sentito che molte opere pubbliche saranno “cantierizzate” nei prossimi mesi; che per l’ospedale di Norcia è stata avviata la procedura di affidamento dei lavori e sarà, quando sarà realizzato ed aperto, un grande traguardo per questo Comune”.
“In tutto questo intreccio di risultati conseguiti, di attese sofferte che numerose ancora rimangono, di opere da realizzare, di tante cose ancora da fare, si colloca questa mia visita che ha questo semplice significato: il tempo trascorso, il lungo tempo trascorso, – ha sottolineato – non attenua l’impegno della Repubblica per le zone colpite dai terremoti, ma semmai lo rafforza”.
Richiamata l’accensione della Fiaccola tratta dalla Lampada di San Benedetto – la Fiaccola della Pace – Mattarella ha affermato: “è un segno di speranza, è un messaggio di pace, del quale avvertiamo un altissimo bisogno in questi giorni e in questo periodo e avvertiremo intensamente nel prossimo futuro. Benedetto, figlio di Norcia, figura di riferimento per l’Europa, come lo sono per la parte orientale d’Europa, Cirillo e Metodio, lancia ancora da questa sua casa, con questa lampada, con la fiaccola, un messaggio di pace, mentre ieri si è abbattuta sull’Europa una nuova tragedia. Una tragedia che si è abbattuta con violenza, non su un solo Paese ma sull’intera Europa, mettendo in pericolo pace e libertà. Non riguarda un Paese lontano. Quanto è avvenuto riguarda direttamente ciascuno di noi”.
“Non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quel che i popoli d’Europa sono stati capaci di costruire e realizzare in questi sette decenni in termini di collaborazione, di pace, di ricerca di obiettivi comuni nel nome dell’umanità”, ha detto con fermezza il Capo dello Stato. “Non ci si è limitati in Europa, allora, a sollevarsi dalle macerie della guerra, dagli orrori delle guerre fratricide in Europa, ma si è compiuto un grande sforzo, con successo, per realizzare un mondo che fosse ispirato e fosse composto e costituito di reciproco rispetto, di cooperazione, appunto, della ricerca di obiettivi comuni. Il mondo che ha saputo superare la Guerra Fredda, questo mondo non intende vedere calpestati i principi della convivenza internazionale”.
I popoli d’Europa – ha rimarcato il Presidente – non possono essere e non sono disposti a piegarsi alla violenza della forza, oggi utilizzata per sottomettere un Paese indipendente come l’Ucraina, ma domani non sappiamo per quali altri obiettivi. L’Europa rischia di precipitare in una spirale di guerra, in un vortice di conflitti dei quali appare impossibile prevedere sviluppo, coinvolgimenti, estensioni. Nessuno potrebbe essere certo di restarne del tutto immune”.
“La pace è in pericolo. Per essa, per la pace, per l’affermazione dei valori di libertà – ha concluso – gli italiani devono essere e saranno certamente intransigenti, determinati, uniti nel nostro Paese”.