Sul tema della giustizia ne passano 5 su 6. Il presidente della Consulta Giuliano Amato spiega le motivazioni

La Corte costituzionale ha giudicato ammissibili cinque dei sei quesiti referendari sulla giustizia promossi da Lega e Partito radicale riguardanti  l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità previste dalla legge Severino, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle carriere dei magistrati, l’eliminazione delle firme per presentare la candidatura all’elezione dei togati del Csm e il voto degli avvocati che siedono nei Consigli giudiziari anche sulle valutazioni di professionalità dei magistrati. Sono stati invece respinti i referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, quello sulla legalizzazione della cannabis e quello  sull’eutanasia.

Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa le motivazioni che hanno portato all’inammissibilità dei quesiti sull’eutanasia e sulla cannabis. Sul tema dell’eutanasia Amato (nella foto) ha precisato che se ci fosse un caso specifico sottoposto alla Consulta allora questa riprenderebbe in esame la questione dell’omicidio del consenziente.  “Vi dico una cosa che non potrei dire – ha detto il presidente della Consulta – chi lo sa se, presentandosi la questione non sotto forma di quesito referendario ma di questione di legittima costituzionale del 579 com’è, non sarebbe possibile trattarlo come abbiamo trattato il 580, cioè il suicidio assistito. Non lo so, ma certo questa corte il suicidio assistito a determinate condizioni lo ha depenalizzato”.

Quanto alla legalizzazione della cannabis Amato ha spiegato che — secondo un corretto utilizzo delle parole — avrebbe dovuto chiamarsi «legalizzazione della coltivazione delle sostanze stupefacenti». Perché per come era scritta, la proposta da sottoporre ai cittadini, la vittoria dei «sì» avrebbe esteso la legalizzazione anche a eroina e cocaina, con conseguente violazioni di obblighi internazionali e andando oltre l’obiettivo sottinteso al referendum.

com.unica, 17 febbraio 2022