Sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile il Dpcm per fronteggiare l’emergenza Covid, firmato ieri sera dal presidente del consiglio Mario Draghi. In base alle nuovere regole, illustrate a Palazzo Chigi dai ministri Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini e dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, le scuole saranno tutte chiuse nelle zone rosse o dove l’incidenza del virus è di 250 casi per 100mila abitanti. Nelle zone rosse saranno chiusi anche barbieri, parrucchieri e centri estetici. Resta anche il coprifuoco dalle ore 22 alle 5 di mattina e l’obbligo di usare la mascherina pure all’aperto. Il divieto di spostamenti tra le regioni è stato confermato e resterà in vigore almeno fino al 27 marzo.

La ministra agli Affari Regionali ha voluto sottolineare il “cambio di metodo e di condivisione” rispetto al governo Conte. Draghi è in sintonia con la linea rigorista del ministro della Salute e ancora non vede le condizioni per riaprire alcunché (Corriere della Sera). “La situazione è grave e complicata”, ha ammesso il premier nei vertici con i ministri e con gli scienziati, che prevedono a metà marzo un’Italia sempre più rossa.

Le decisioni (soprattutto per quanto riguarda le scuole) sono state prese soprattutto sulla base dei dati preoccupanti sulla variante inglese, che ha mostrato una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. “Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in Dad, così come nei territori dove il tasso di incidenza” del virus “è pari o superiore a 250 ogni 100mila abitanti”, ha affermato ministro della Salute Roberto Speranza. ” Sono colori che ormai gli italiani hanno imparato a conoscere: le zone rosse, che sono quelle a più alta diffusione del virus, e poi arancioni, gialle e da ultimo la zona bianca con il minor tasso di rischio”, ha detto il ministro, rilevando che ” in queste ore sono in corso interventi da parte di molti presidenti di Regione volti a costruire un modello che riesce a delimitare con ancora maggiore dettaglio su specifici ambiti sub-regionali. Riteniamo sia una linea che va nella direzione giusta perché produce un effetto ancora più significativo”.

“La variante inglese ha una prevalenza stimata intorno al 54%, al 18 febbraio, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più altro. È la variante dominante come avevamo previsto” ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa. “La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più: ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione”, sottolinea. “Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese” è più trasmissibile “nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni” nelle quali “vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più grave” ha voluto sottolineare il presidente del Css Franco Locatelli. “I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, restano fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi”, ha spiegato. “Il secondo dato importante è che nel nostro territorio c’è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche. È un dato particolarmente preoccupante ma queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto ad aumentata trasmissibilità che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria: aumentata la trasmissibilità e la potenziale capacità di ridurre la protezione. Sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili. Le regioni che hanno avuto questi focolai stanno adottando tempestivamente le zone rosse. La variante sudafricana è allo 0,4%, in particolare in alcune zone del Sudtirolo”.

com.unica, 3 marzo 2021