Il 4 febbraio scorso, con un incontro online, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha presentato il Catalogo di “A distanza ravvicinata”, la mostra che ha salutato la riapertura del museo lo scorso 18 maggio 2020, dopo i mesi del lockdown, ed è tuttora in corso all’interno del Salone Centrale.

La mostra ha messo in campo nuove possibilità di racconto e di dialogo tra le opere della collezione permanente, non esposte prima, amplificando la risonanza dell’allestimento di Time is Out of Joint, dove le incursioni e i rimandi verso il passato e il futuro si sovrappongono a temi e immaginari stratificati. Questa mostra, come spiega Cristiana Collu, ha quindi sviluppato nuove combinazioni: “Panorama e cornice sono cambiati, il punto di svolta richiede nuovi parametri per essere misurato e compreso, e non è possibile far finta di nulla, cioè che tutto continui come prima, quell’attitudine che è il detonatore della vera catastrofe. Nella mostra l’architettura, le regole della geometria elementare nelle mani di un Euclide bambino e il gesto dell’arte sono la nostra messa a fuoco sul presente e sulla sua macroscopica evidenza”.

Il concetto di distanza, elemento relativo che delinea il nostro approccio alla realtà, è stato un motivo dominante del 2020 e lo è ancora di questo presente, un concetto che si addice al tempo e allo spazio. La distanza è ciò che ci allontana – o ci avvicina – rispetto agli altri, agli oggetti, alle idee, alle opere d’arte all’interno di un museo: ecco che quindi questo concetto ha il potere di generare una molteplicità di argomenti.

Il Catalogo della mostra “A distanza ravvicinata. Un altro sguardo sulla collezione”, edito da Silvana Editoriale, contiene i testi di Chiara ed Enrico Alleva, Pier Aldo Rovatti, Valeria Lupo e Massimo Licoccia, Marcella Cossu, Emanuela Garrone, Massimo Mininni, Chiara Stefani e le interviste di Francesca Palmieri a Paolo Meoni, Luisa Lambri, Daniela De Lorenzo, Corrado Sassi, Stefano Arienti. 

com.unica, 11 febbraio 2021