Il presidente incaricato Mario Draghi incontrerà oggi tutti gli esponenti dei principali partiti nel secondo giorno dell’ultimo giro di consultazioni. Comincia intanto a delinearsi una prima bozza di programma dopo la ripresa delle consultazioni, con una decisa proiezione europeista, a definire il perimetro della maggioranza. Dire sì o no alla fiducia al governo Draghi vuol dire anche dire sì o no alla “prospettiva” di una maggiore “integrazione” dell’Unione.

Un pilastro fondamentale del programma di governo di Draghi sarà la Sanità, con una decisa accelerazione della campagna vaccinale “che – ha spiegato Manfred Schullian, deputato Svp – va portata a termine e iniziata davvero”. Poi l’ambiente e il lavoro da creare attraverso turismo (su cui, viene riferito, ha dato la garanzia che interverrà con forza) e le infrastrutture. Quindi il capitolo imprese: il premier incaricato, ha raccontato sempre Schullian, ha detto che “bisogna evitare di erogare contributi a fondo perduto ma bisogna finanziare le imprese per consentire a loro di poter riprendere l’attività una volta superata la crisi”.

Tra i punti centrali del nuovo governo c’è la scuola: Draghi la considera una priorità. La sua intenzione è quella di far recuperare i giorni, i mesi, di scuola persi a causa delle chiusure dovute alla pandemia. Una delle ipotesi è quella di recuperare d’estate anche se, ha spiegato Draghi, “bisogna valutarne la fattibilità”. Inoltre si farà di tutto affinché il primo settembre tutte le cattedre siano assegnate e che quindi non si assista, come accadeva sistematicamente anche prima del Covid, a migliaia di posti posti disponibili per le immissioni in ruolo che invece rimangono vacanti e vengono poi coperti man mano con contratti di supplenza ad anno scolastico già iniziato. 

La squadra di governo che accompagnerà l’ex presidente della Bce in questo percorso è invece ancora un’incognita, per i partiti della sua potenziale maggioranza (Ansa): la convinzione è che sarà tecnico-politica, senza i leader, con ministri scelti dal premier, ma nel dettaglio non si sa nulla e dai partiti continuano a trapelare auspici e paletti. Ai piccoli gruppi incontrati nel secondo giro di consultazioni, Mario Draghi non lascia neanche un indizio.

Da quel che si può intuire dovrebbero restare fuori i leader di partito dovrebbero restare fuori non sarà facile trovare una soluzione di equilibrio sui nomi. Figure chiave saranno i sottosegretari alla presidenza del Consiglio: c’è chi ipotizza che possano essere politici come Giorgetti e Orlando, a rappresentare i partiti, ma vengono più ‘quotati’ profili tecnici come Daniele Franco di Bankitalia, della giurista Luisa Torchia o dell’avvocato Antonio Catricalà.

com.unica, 9 febbraio 2021